23 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Freddo e umidità causano infarto

Infarto, durante l’inverno siamo più a rischio. Scoperto il perché

Durante l’inverno, quando fa più freddo e c’è più umidità avvengono più infarti. Ecco il perché, scoperto dai ricercatori svedesi con uno studio presentato al Congresso della Società Europea di Cardiologia (Esc) a Barcellona

D'inverno aumenta il numero di infarti
D'inverno aumenta il numero di infarti Foto: Shutterstock

BARCELLONA – Questa settimana l’argomento salute di cuore e arterie tiene banco. Merito del Congresso della Società Europea di Cardiologia (Esc) che si conclude oggi. Tra i numerosi studi presentati, ve n’è uno condotto dai ricercatori svedesi in cui si afferma che freddo, umidità possono aumentare il rischio di avere un infarto del miocardio: in sostanza, si è scoperto che d’inverno aumentano in modo considerevole i casi di infarto, rispetto a quanto avviene durante la stagione calda. Ma perché? Ecco la riposta degli scienziati.

L’inverno fatale
I ricercatori dell’Università di Lund in Svezia hanno scoperto che il rischio di soffrire di un attacco di cuore è più probabile abbia un picco nella stagione invernale, e poi invece questo scenda durante l’estate. I risultati dell’analisi hanno rivelato che il numero medio di infarti al giorno era significativamente maggiore durante il periodo in cui le temperature sono più fredde rispetto al periodo in cui sono più calde. In particolare, i ricercatoti guidati dal dottor Moman A. Mohammad hanno osservato che quando la temperatura giornaliera scende sotto lo zero, il tasso medio di infarti al giorno ha raggiunto il livello di quattro, rispetto a quando la temperatura era superiore ai 10 gradi Celsius. Inoltre, il verificarsi di attacchi cardiaci è aumentato tanto più vi era vento, e aumentava la sua velocità, e quanto più vi era umidità nell’aria e meno ore di sole al giorno.
«C’è una variazione stagionale nel verificarsi degli attacchi cardiaci – ha commentato il dottor Mohammad – con un’incidenza in declino in estate e un picco in inverno. I nostri risultati mostravano costantemente una maggiore incidenza di attacchi cardiaci a temperature inferiori allo zero. I risultati poi sono stati identici in una vasta gamma di sottogruppi di pazienti, a livello nazionale e regionale, suggerendo che la temperatura dell’aria sia un fattore scatenante gli infarti».

Come risponde il corpo
Gli scienziati spiegano che è il corpo a rispondere al freddo che, in un certo senso, può favorire il manifestarsi di certe condizioni predisponenti l’infarto. Difatti, quando la temperatura scende –specie al di sotto dello zero o a temperature inferiori ai 10 °C – il corpo risponde al freddo restringendo i vasi sanguigni superficiali. Questo riduce la conduzione termica nella pelle e successivamente aumenta la pressione arteriosa. Altre risposte organiche sono i brividi e un’aumentata frequenza cardiaca, che aumenta il tasso metabolico e a sua volta aumenta la temperatura corporea. «Nella maggior parte delle persone sane questi meccanismi sono ben tollerati. Ma nelle persone con placche aterosclerotiche nelle loro arterie coronarie possono causare un attacco cardiaco», ha sottolineato Mohammad. Il problema è che spesso molte persone non sono a conoscenza di avere queste placche nelle arterie, e subire un infarto in inverno è per loro un evento inaspettato.

Altri fattori scatenanti
Le basse temperature, l’umidità non sono fattori scatenanti solitari, fanno notare gli scienziati, ma vi sono anche altri fattori che contribuiscono insieme al possibile verificarsi di un infarto durante l’inverno. Tra questi vi sono le infezioni del tratto respiratorio e l’influenza, che sono appunto noti fattori di rischio per attacchi cardiaci che hanno una chiara variazione stagionale. «Inoltre – aggiunge Mohammad – comportamenti dipendenti dalla stagionalità, come una riduzione dell’attività fisica e cambiamenti dietetici, potrebbero anche svolgere un ruolo nell’aumentata presenza di attacchi cardiaci durante i periodi più freddi». In pratica, durante l’inverno è bene proteggersi sia dalle basse temperature che dall’umidità, ma è anche importante fare attività fisica adeguata, seguire una dieta affine alla stagione (per cui maggiormente ricca di proteine, grassi e così via) e, naturalmente, sottoporsi a screening per valutare l’eventuale presenza di placche aterosclerotiche, o aterosclerosi, che magari non si sapeva di avere. E così prevenire i possibili eventi cardiaci.