Consenso su diagnosi e terapia delle crisi psicogene non epilettiche
Gli esperti riuniti a congresso concordano modalità condivise per la presa in carico dei pazienti con crisi psicogene determinate da cause psicologiche. Questi pazienti non necessitano di farmaci antiepilettici

ROMA – C’è finalmente accordo tra le diverse figure di specialisti coinvolte nella presa in carico dei pazienti con Crisi Psicogene non Epilettiche, patologia che colpisce prevalentemente giovani tra i 18 e i 45 anni, con una predominanza del sesso femminile.
L’accordo
Il raggiunto accordo è il risultato della Conferenza Nazionale di Consenso su Diagnosi e Terapia delle Crisi Psicogene non Epilettiche che si è svolta all’Università di Catanzaro, organizzata da Umberto Aguglia, prof. Ordinario di Neurologia presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro e Direttore del Centro Regionale Epilessie del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria - e introdotta dal prof. Aldo Quattrone, Magnifico Rettore dell’ Ateneo Catanzarese e Past President della Società Italiana di Neurologia (SIN) promotrice dell’iniziativa.
Le crisi psicogene non richiedono farmaci antiepilettici
«Le crisi psicogene sono ‘attacchi’ improvvisi che si presentano in modo simile alle crisi epilettiche – spiega il prof. Aguglia – ma che non sono determinati da anormali scariche elettriche cerebrali, bensì da rilevanti disagi psicologici. Queste crisi si verificano in circa 30 persone/100.000 abitanti e testimoniano l’esistenza di un disagio psicologico, associato frequentemente ad altre turbe psichiche (depressione, ansia, disturbi di personalità ecc.). Molti pazienti con crisi psicogene sono spesso erroneamente diagnosticati come epilettici e ricevono pertanto un trattamento non adeguato con farmaci antiepilettici che si dimostra inefficace e potenzialmente con effetti collaterali».
La mancanza di dati scientifici
In letteratura mancano dati scientifici consolidati sulla metodologia diagnostica e sulla presa in carico di questi pazienti. Ciò porta a una forte disomogeneità di comportamenti sul piano clinico, organizzativo e gestionale tra i vari esperti coinvolti quali neurologi, neuropsichiatri infantili, psichiatri, psicologi, neuropsicologi. Grazie all’evento di Catanzaro è stato raggiunto il consenso sulle procedure diagnostiche che si ritiene siano non solo efficaci, ma anche rispettose della sensibilità dei pazienti, e sulla presa in carico che si auspica sia sempre multidisciplinare. Tutti gli esperti, tuttavia, hanno convenuto sulla necessità di colmare, con ricerche ad hoc, le numerose lacune che la letteratura scientifica non è riuscita finora a colmare e che riguardano soprattutto le procedure terapeutiche, sia psicologiche che farmacologiche. Gli atti di questa conferenza sono in via di elaborazione e saranno pubblicati entro la fine dell’anno.
Una visione comune
La Conferenza Nazionale di Consenso ha portato per la prima volta a una visione comune dell’approccio alla patologia grazie alla partecipazione delle più importanti Società Scientifiche del settore quali Lega Italiana Contro l’ Epilessia (LICE), Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), Società Italiana di Neurologia Pediatrica (SINP), Società Italiana di Neuropsicologia (SINP), Società Italiana per i Disturbi del Neuro-sviluppo (SIDiN), Società Italiana di Psichiatria (SIP), Società Italiana di Neuropsicologia (SINP), oltre a medici legali, bioeticisti numerosi esperti indipendenti, e ai rappresentati delle Associazioni di pazienti: Associazione Italiana Contro l’Epilessia (AICE) e Federazione Italiana Epilessie (FIE).
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