19 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Esami del sangue

Ematocrito basso in gravidanza

I valori di ematocrito in gravidanza e i rischi per la salute di mamma e bambino quando sono troppo bassi

Ematocrito basso in gravidanza
Ematocrito basso in gravidanza Foto: Shutterstock

Tra i vari esami di routine che vengono eseguiti in gravidanza vi è anche l’esame emocromocitometrico, generalmente chiamato emocromo. Questo tipo di analisi ha lo scopo di valutare colore e quantità delle cellule che compongono il nostro sangue. Attraverso l’emocromo si possono pertanto rilevare globuli bianchi, rossi, emoglobina e, infine, anche l’ematocrito.

Cos’è l’ematocrito?
L’ematocrito è un esame rilevabile attraverso un prelievo del sangue. Ha lo scopo di valutare la percentuale di parte corpuscolata del sangue. Per farlo, il laboratorio utilizza delle apposite centrifughe che separano la parte liquida da quella solida. Quest’ultima corrisponde al valore dell’ematocrito. In condizioni normali una donna dovrebbe avere un ematocrito compreso fra il 32% e il 47%. In gravidanza però è normale che i valori scendano.

Un’anemia fisiologica
Un ematocrito basso generalmente è quasi sempre associato a ridotte concentrazioni di ferro ematico. In linea di massima, infatti, la maggior parte delle donne assiste a un’anemia fisiologica con il passare delle settimane di gestazione. Questo accade perché un ematocrito basso significa una maggiore diluizione del sangue con un aumento della parte liquida (plasma).

Un fenomeno del tutto normale
L’emodiluizione – quindi un ematocrito basso – si presenta nella quasi totalità dei casi e significa che il nostro organismo sta funzionando a dovere. Un sangue più liquido significa anche che è in grado di scorrere più rapidamente e in maniera fluida. Ciò consente di passare con maggior facilità attraverso la placenta e nutrire così il feto nel migliore dei modi.

Quando preoccuparsi
Se l’ematocrito è già molto basso nelle prime settimane di gravidanza, ed è associato a una ridotta concentrazione di emoglobina, è bene rivolgersi al proprio medico curante per eventuali strategie terapeutiche. Con il passare delle settimane, infatti, tende a scendere sempre di più portando la mamma a una pericolosa anemia. In linea di massima nei primi tempi i valori non dovrebbero scendere al di sotto del 33-35%. Tuttavia va anche detto che ogni caso è un caso a sé e per tale ragione è fondamentale discuterne sempre prima con uno specialista per evitare di arrivare a conclusioni errate.

I sintomi dell’ematocrito basso
La donna che ha un ematocrito molto basso potrebbe soffrire di capogiri, stanchezza, mal di testa, dolori alla milza e fragilità di unghie e capelli. Va detto che i valori dell’ematocrito sono da tenere sotto controllo in gravidanza anche perché durante il parto – a causa delle ingenti perdite di sangue – si abbasserà ancora di più.

Rischio di preeclampsia
Secondo recenti studi, livelli ridotti di ematocrito ed emoglobina potrebbero essere l’anticamera della preeclampsia nella seconda metà della gravidanza o rottura anticipata delle membrane. Ma non solo: se i valori sono eccessivamente bassi anche a inizio gestazione potrebbero verificarsi problemi durante la gravidanza. Tra questi vi è anche il ritardo della crescita fetale.

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