26 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Chirurgia

Trapianto record a Torino. Una bimba di 6 anni ora può finalmente fare la pipì. Un rene al posto della milza

Si è eseguito al Molinette di Torino il primo trapianto al mondo che ha permesso a una bimba di 6 anni di poter finalmente avere una vita normale. L’intervento da record, reso possibile da un team multidisciplinare, ha visto il trapianto di un rene al posto della milza

Trapianto record al Molinette di Torino su una bimba di 6 anni
Trapianto record al Molinette di Torino su una bimba di 6 anni Foto: Shutterstock

TORINO – E’ il primo trapianto al mondo, quello eseguito su una bambina che fin dalla nascita non poteva bere né urinare come tutti gli altri. Ora, con l’eccezionale intervento in cui è stato trapiantato un rene al posto della milza, la piccola potrà finalmente condurre una vita normale, come le sue coetanee. Il successo grazie a un team multidisciplinare di specialisti all’ospedale Molinette di Torino.

Non poteva fare pipì
Non deve essere stata facile la vita della bimba per via della malformazione che l’aveva accompagnata fin dalla nascita. «Da quando la nostra piccola paziente di 6 anni è nata non è mai stata libera di bere, se non centellinando ogni goccia d’acqua. E non ha mai potuto urinare», spiega il chirurgo Renato Romagnoli.

Una malformazione rara
La malformazione di cui soffriva la piccola è una forma piuttosto rara, come conferma Romagnoli: «Una rara malformazione congenita che ne ha compromesso lo sviluppo del rene e dei relativi vasi sanguigni l’ha portata a vivere ‘una non vita’: costretta da subito alla dialisi ha passato gran parte del suo tempo a entrare e uscire dall’ospedale».

L’eccezionale intervento
Già nel 2014 si era cercato di porre rimedio alla malformazione che affliggeva la bimba, ma non è stato possibile. «Si è cercato di fare un tradizionale trapianto di rene, ma è fallito per via della complessità della sua condizione», sottolinea il chirurgo. Ma, non datisi per vinti, i medici hanno pensato a questa possibilità, che poi sfociata nel trapianto appena eseguito. «Tutto questo – ricorda Romagnoli – è stato possibile grazie a un incastro unico che ci ha permesso di eseguire questo intervento che ha un livello di difficoltà estremo: prima l’individuazione di un donatore pediatrico compatibile e poi l’identificazione di un’area adatta in cui trapiantare l’organo di dimensioni leggermente superiori a quelle della ricevente. Abbiamo così asportato la milza – prosegue il medico – e abbiamo impianto il rene del donatore sui vasi splenici della stessa milza, lungo il loro decorso dietro al pancreas». Infine, l’uretere del rene trapiantato è stato impiantato direttamente sulla vescica.

Ora sta bene
Sebbene un trapianto sia un intervento difficile e ‘pesante’, la piccola ora sta bene. «A quattro giorni dall’intervento la bambina sta bene – conferma Romagnoli – Ha iniziato a bere e i suoi valori sono ora nella norma. La sua famiglia è molto contenta».

Non c’erano alternative
L’intervento è stato complesso, ma era necessario, poiché per la piccola non c’erano alternative. «Questo intervento si è basato su una tecnica usata in passato sporadicamente sull’adulto, per poi essere abbandonata a causa della sua estrema complessità – sottolinea il dottor Romagnoli – Ma per la nostra paziente era l’unico modo per ricevere un trapianto e tutto è andato secondo le nostre aspettative. Se tutto andrà come previsto – conclude il chirurgo – la piccola potrà finalmente vivere una vita normale».