Dieta vegana a bimbo di un anno, il tribunale lo affida ai nonni
Ennesimo caso di denutrizione da dieta vegana, a Milano. A luglio era finito in ospedale perché, pesava solo 5 kg. Il Tribunale dei Minori ora lo ha affidato ai nonni, che dovranno garantire al nipote un’alimentazione adeguata. I genitori però potranno continuare a vederlo

MILANO – Si era appena spenta la polemica riguardante la bambina di circa 2 anni ricoverata qualche mese fa a Genova per via della dieta vegana seguita dai genitori, che ecco un altro caso di malnutrizione. È quanto occorso a un bambino di un anno, giunto anche lui in ospedale nel mese di luglio perché pesava soltanto 5 chili.
Stia con i nonni
Dopo la segnalazione da parte della azienda ospedaliera, il Tribunale del Minori che ha seguito il caso decide che «Il piccolo malnutrito, ora stia con i nonni». E così, il piccolo è stato affidato al Comune di Milano e collocato a casa dei nonni materni. I genitori potranno vederlo, ma i nonni dovranno garantire al bimbo un’alimentazione adeguata all’età e, ora, anche alle condizioni di salute.
Gravi problemi cardiaci
Il piccolo vegano suo malgrado era stato ricoverato a inizio luglio 2016 al Policlinico di San Donato e operato per gravi problemi cardiaci. La visita medica ha accertato che il bambino risultava denutrito in modo grave. Le successive indagini della polizia locale di Milano hanno rivelato la verità: la madre italiana e il padre indiano alimentavano il piccolo seguendo i diktat vegani, che prevedono l’esclusione di qualsiasi alimento di derivazione animale, compresi latticini, uova e miele.
Sottopeso
Pesare circa 5 chilogrammi è normale per un neonato che sia di qualche mese di vita, diciamo intorno al terzo o quarto mese. Le cose cambiano però se il bambino ha un anno o più. E questo era proprio il caso del piccolo ‘vegano’, accertato avere una grave denutrizione. Adesso, sotto la cura dei nonni materni, sarà anche seguito dai servizi sociali che, insieme a medici pediatri, dovranno controllare che gli sia data un’alimentazione corretta e che segua le cure. Se tutto ciò dovesse venire meno ancora una volta, non si esclude che il piccolo possa essere affidato a una comunità protetta. Titolare del fascicolo presso la procura per i minorenni è la PM Michela Bordieri.
Una scelta condivisibile
«La scelta del Tribunale di privilegiare in questa fase il collocamento presso l’abitazione dei nonni è assolutamente condivisibile – commenta Ciro Cascone, capo della procura presso il Tribunale per i minorenni – La rigida scelta alimentare dei genitori del piccolo non avrebbe garantito una crescita adeguata, ma al contempo non si è voluto allontanare il bambino dalla dimensione familiare. La presenza dei nonni in questo senso è una garanzia».