19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Sanità ed emergenze

Terremoto, «Da medici grande risposta, ma più che curare urge scavare», così Chiriacò presidente dell’Ordine dei medici di Rieti

Dopo il terremoto che ha duramente colpito Accumoli e Amatrice, i medici si sono messi a disposizione per aiutare le popolazioni vittime del sisma. Accanto alla necessità di fornire cure e assistenza medica, si fa notare l’urgenza di scavare per trovare tutti i dispersi

Terremoto
Terremoto Foto: Shutterstock

RIETI – Il numero delle vittime del terremoto che ha duramente colpito il Centro Italia, in particolare il Reatino e l’Ascolano, continua a salire e ha quasi raggiunto le 250, con centinaia di feriti e ancora dei dispersi. I medici italiani aderenti alle varie organizzazioni, federazioni e associazioni si sono tutti detti vicini alle vittime e a disposizione per offrire il loro aiuto.

Urge scavare
«Medici morti o feriti non pare ce ne siano, ma familiari sì – ha commentato Dario Chiriacò presidente dell’Ordine dei medici di Rieti, al Portale Fnomceo – Del resto, Accumoli, epicentro del sisma, è raso al suolo, Amatrice, comune di 2500 abitanti che in questi giorni per la sagra agostana raggiunge le 10 mila anime, lo è al 60%. Ho apprezzato come dal primo all’ultimo collega, dagli iscritti sollecitati via sms ai presidenti Enpam e Fnomceo che ci sono stati vicini, tutti abbiano colto la gravità della situazione e abbiano compiuto gesti concreti e coordinati – prosegue Chiriacò – Purtroppo una parte di questa disponibilità è prematura, stiamo ancora scavando».

Serve anche sangue
Intanto, poiché non è ancora chiaro quanto sangue serva, in un comunicato «il Centro nazionale sangue e le quattro Associazioni di volontari italiani del sangue AVIS, Croce Rossa Italiana, FIDAS, Fratres, invitano i donatori su tutto il territorio nazionale a programmare la propria donazione contattando l’associazione e/o il servizio trasfusionale di riferimento. Per questo motivo, il Centro Nazionale Sangue (CNS), fin dalle prime ore della mattina, ha attivato il ‘‘Piano strategico nazionale per il supporto trasfusionale nelle maxi emergenze’’ per far fronte alle eventuali necessità trasfusionali dei feriti nelle Province interessate. Attraverso la Bacheca nazionale per le maxi-emergenze, istituita dal CNS come strumento per il coordinamento dei meccanismi di compensazione e scambio interregionale di unità di sangue in caso di eventi sanitari straordinari, è stata immediatamente resa disponibile alle Regioni Lazio, Marche e Abruzzo una scorta di sangue nazionale ma non si è verificata la necessità di movimentare tali unità di sangue», si legge nel comunicato.

Collegamento diretto
«Per avere un monitoraggio costante del fabbisogno locale di sangue e intraprendere le necessarie azioni, le Strutture regionali di coordinamento per le attività trasfusionali delle Regioni interessate sono in collegamento diretto con il CNS e con le Associazioni locali dei donatori volontari di sangue. Nei territori interessati, in particolare il Lazio, Regione maggiormente colpita dal sisma, sono state attivate procedure straordinarie per l’accoglienza dei donatori. In molti in queste ore si stanno recando presso le Strutture Trasfusionali per effettuare la donazione raccogliendo gli appelli circolati sui social e ripresi dai principali media nazionali. Le numerose offerte di disponibilità da parte dei cittadini per sostenere le necessità trasfusionali sono il segno della grande generosità di tutta la popolazione. Tuttavia Il CNS e le quattro Associazioni di volontari italiani del sangue AVIS, Croce Rossa Italiana, FIDAS, Fratres, invitano i donatori su tutto il territorio nazionale a programmare la propria donazione contattando l’associazione e/o il servizio trasfusionale di riferimento, in modo da prevenire sia eccedenze sia carenze di emocomponenti».

I feriti e gli ospedali
Le persone rimaste ferite sono state trasportate agli ospedali di Rieti, Terni, l’Aquila, Roma. Anche quelli che erano ricoverati nell’ospedale di Amatrice, che nonostante non sia crollato a subìto numerosi danni. «Vi erano ricoverati almeno 30 degenti – sottolinea Chiriacò – Si tratta di un piccolo ospedale di valore, con una chirurgia e apparecchiature di livello, uno di quegli ospedali difficili da chiudere o riconvertire perché risultano strategici per collocazione. Ma il terremoto lo ha segnato in modo, pare, grave, e i malati sono stati distribuiti anch’essi negli ospedali ‘vicini’ a vari chilometri di distanza».

L’assistenza
Nel luogo del disastro, «Sono presenti varie realtà del 118», spiega Chiriacò, precisando in un comunicato sul sito Omceo locale che è bastato un Sms dell’Ordine inviato agli iscritti e in cui si chiedeva la disponibilità per andare a prestare assistenza sul teatro del sisma, per avere in pochi minuti una risposta ‘travolgente’. «Medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, odontoiatri, specialisti di grande esperienza in medicina d’urgenza o in traumatologia, insieme a giovani Colleghi freschi di specializzazione si sono offerti senza condizioni. Ora questo patrimonio di umanità e competenze, sostenuto da una profonda motivazione, sarà messo a disposizione della Protezione Civile per il tramite della Centrale Operativa del 118 di Rieti», conclude Chiriacò.

Anche i medici di famiglia
In un altro comunicato, la FIMMG Nazionale fa sapere che «segue con attenzione la situazione di emergenza nelle zone colpite nella notte dal forte sisma. Con l’AMFE pronta a intervenire. Il Presidente dell’AMFE (Associazione Nazionale Medici di Famiglia Volontari per le Emergenze), Dott. Domenico Barbati, è stato già allertato dalla Protezione civile nazionale per programmare nelle prossime ore interventi della Associazione sui luoghi terremotati. Otto medici volontari sono già a disposizione, sotto il coordinamento del Dott. Vito Albano Responsabile della centrale operativa dell’AMFE, per prestare soccorso ai cittadini e aiuto all’attività dei colleghi e garantire la continuità dell’assistenza soprattutto ai malati cronici. Il Segretario Regionale dell’Abruzzo, Dott. Rossetti, ha iniziato sul luogo una raccolta di beni di prima necessità da inviare attraverso la protezione civile alla popolazione colpita. La sede nazionale della FIMMG è in costante contatto con i Segretari provinciali di Rieti, Lorenzo Broccoletti, di Ascoli Piceno, Enea Spinozzi, e di Perugia, Leandro Pesca per fare un primo censimento dei danni subiti dai medici di medicina generale, in particolare di quelli iscritti alla FIMMG, al fine di attivare quanto prima la solidarietà del Sindacato. Non abbiamo notizie al momento di mmg feriti, anche se non risulta ancora rintracciabile la collega di Amatrice. Il collega di Arquata del Tronto invece sta bene e sta prestando soccorso alla popolazione. Esprimiamo condoglianze alle famiglie delle vittime, auguri di pronta guarigione ai feriti. Siamo vicini alle popolazioni colpite e ai loro medici di famiglia e continueremo a seguire attivamente l’evolversi dell’emergenza».

Terremoto: unità di crisi anche presso il Ministero della Salute
In un altro comunicato, il Ministero della Salute fa sapere che «ha attivato dalle prime ore di questa mattina il monitoraggio per la verifica dei danni subiti dalle strutture ospedaliere delle aree del sisma. Il lavoro viene svolto in costante coordinamento con il Dipartimento della Protezione Civile. Il Centro Nazionale Sangue ha attivato i protocolli per la gestione di eventuali emergenze. Le riserve di sacche, al momento, risultano congrue ma nel frattempo le regioni confinanti con quelle principalmente colpite dal sisma sono state allertate ed è già stata ottenuta la disponibilità di riserve. Le Regioni interessate dal sisma stanno gestendo il ricovero dei feriti rispettando le procedure di emergenza tempestivamente attivate. Il ministro Lorenzin ha attivato i comandi Nas di Perugia, Viterbo e Pescara per svolgere i servizi di competenza a supporto delle squadre di soccorso». «Proviamo profondo dolore per le vittime del terremoto - dichiara il ministro della Salute Beatrice Lorenzin - e lavoriamo per dare il nostro contributo al coordinamento dei soccorsi. Al momento non ci sono state segnalate dalle Regioni interessate situazioni che richiedano interventi straordinari. I protocolli di emergenza sanitaria regionale stanno funzionando. Monitoriamo costantemente la situazione con una unità di crisi che dalle prime ore della mattinata è convocata presso le direzioni programmazione e prevenzione sanitaria del Ministero».