28 marzo 2024
Aggiornato 23:30
Salute

Il test del colesterolo non può prevedere le malattie cardiache

Uno studio dimostra che fare il test del colesterolo per valutare il rischio di malattie cardiache o cardiovascolari non è affidabile, poiché non può prevederlo. Allo stesso modo l’associazione con il colesterolo HDL, buono, è più debole e inconsistente tra uomini e donne

ISRAELE – Gli scienziati della Hebrew University di Gerusalemme in Israele declassano il test per il colesterolo HDL-C nella pratica di predizione del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari o cardiache. Secondo quanto emerso dallo studio l’aumento del colesterolo ‘buono’ HDL, o lipoproteine ad alta densità, nella misura di in componente specifico non può essere un migliore indicatore di danno alle arterie o di malattia. A essere protettive e predittive sarebbero invece le particelle, piccole e dense.

Fallimento
I ricercatori osservano che il fallimento delle sperimentazioni di farmaci atte a offrire benefici cardiovascolari, elevando i livelli di lipoproteine ad alta densità (HDL-C) nel sangue, hanno sollevato seri dubbi sulla proprietà di HDL-C nel ridurre la formazione di placche che ostruiscono i vasi sanguigni e causano la malattia coronarica. La malattia coronarica (CAD) è una condizione che colpisce le arterie che riforniscono di sangue il cuore.

Dipende dalla grandezza delle particelle
La protezione delle arterie da parte del colesterolo ‘buono’, secondo quanto emerso dallo studio dipende in gran parte dalla grandezza delle particelle e non dal colesterolo in sé e dalla sua presenza. Secondo Chobufo Ditah e colleghi, le piccole, dense, particelle ricche di proteine che compongono l’HDL possono essere più protettive dei vasi sanguigni rispetto alle grandi e galleggianti particelle del colesterolo HDL-C. Più particelle piccole e medie sono state trovate nei vasi sanguigni, meno vi era calcificazione delle arterie. Questa evidenza è risultata tale anche dopo l’aggiustamento per età, uso di statine, il fumo e di altri fattori. «I nostri risultati indicano che le piccole e media particelle HDL sono marcatori indipendenti migliori di malattia coronarica rispetto al colesterolo HDL, come risulta dalla calcificazione delle arterie coronariche – sottolinea Ditah – Lo studio supporta precedenti relazioni che suggeriscono che le piccole e dense particelle di HDL sono associate alla protezione dal rischio di malattia coronarica».

Lo studio
Pubblicato sulla rivista Atherosclerosis, lo studio ha analizzati i dati relativi a 504 persone, che sono state sottoposte a spettroscopia con Risonanza Magnetica Nucleare (NMR) per identificare il numero e le dimensioni delle particelle di HDL nel plasma, e a CT-scansione elicoidale per identificare la calcificazione delle arterie coronarie, che riflette il peso complessivo di aterosclerosi coronarica. Dopo di che, i ricercatori hanno cercato le associazioni tra le concentrazioni, le dimensioni delle diverse particelle HDL e la calcificazione delle arterie coronariche. «Sulla base delle prove raccolte, nella previsione di routine del rischio di malattia coronarica dovrebbe essere considerata l’incorporazione di particelle HDL medie o particelle HDL», conclude il prof. Jeremy Kark, coautore dello studio.