19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Tumore al seno. Un caso quasi unico

Asportato un tumore al seno di 15 kg. L'intervento al Policlinico Gemelli

Eseguito un intervento durato circa tre ore su una sessantenne. Dopo l'asportazione del tumore, la donna ora sta bene ed è stata dimessa

ROMA - Un tumore al seno di ben 15 chili è stato asportato a una donna. Si tratta di un raro ed eccezionale intervento eseguito con successo presso l'Unità Operativa di Chirurgia Senologica del Policlinico "A. Gemelli" di Roma: l'equipe del professor Riccardo Masetti, che dirige la struttura afferente all'Area Salute della Donna dell'ospedale universitario, ha rimosso un tumore mammario di 15 chili di peso a una paziente sessantenne che, "paralizzata" dalla paura della malattia e dall'imbarazzo, ha atteso anni prima di ricorrere all'assistenza medica. Un tumore che deturpava il corpo e la psiche di questa donna che, nonostante la malattia, ha continuato la sua vita di sempre in famiglia e a lavoro.

Un caso unico
«Si tratta di un caso quasi unico per le dimensioni cui era arrivata questa neoplasia, cresciuta localmente in modo abnorme», spiega il prof. Masetti. L'intervento è durato circa tre ore e ha consentito la rimozione completa del tumore e la chiusura della ferita senza dover ricorrere a trasferimenti cutanei da altre parti del corpo. Il decorso post-operatorio è andato molto bene e la donna è stata dimessa, e non avrà bisogno di fare interventi aggiuntivi di chirurgia plastica. «Purtroppo - prosegue Masetti - non è la prima e nemmeno l'ultima paziente che si presenta alle cure mediche con un tumore molto grande, ma certo posso dire di non aver mai visto in 35 anni di carriera una neoplasia di queste dimensioni. Si arriva malauguratamente ancora a situazioni così estreme perché a volte la paura del tumore è talmente paralizzante da creare un circolo vizioso: ti accorgi di avere un tumore, la paura ti blocca e il tumore continua a crescere; all'angoscia per la malattia poi si somma un senso di vergogna e mortificazione perché ci si rende conto della propria manchevolezza e insorge la preoccupazione di essere rimproverata per esempio dai familiari».

Ci voleva la complicanza
Di solito questa situazione di impasse si risolve solo quando intervengono fattori che in qualche modo costringono la paziente a cercare assistenza medica, sovente perché i tumori generano sanguinamenti e diventano problematici. Ed è stata proprio questa complicanza a convincere finalmente la paziente a chiedere assistenza. L'intervento è stato complesso. Il controllo della abnorme vascolarizzazione, che una crescita così avanzata del tumore aveva determinato, ha costituito una delle difficoltà maggiori dell'operazione chirurgica, insieme al distacco della lesione dalle strutture muscolari della parete toracica. Ma fortunatamente non si sono verificate problematiche significative nell'asportazione. Il decorso post-operatorio è stato tranquillo e la donna è già ritornata a casa, davvero felice di essersi liberata da un incubo. «Adesso - sottolinea il senologo del Gemelli - dovremo aspettare i risultati dell'esame istologico per decidere gli ulteriori trattamenti utili a scongiurare una progressione di questa malattia avanzata. In genere, spiega il professor Masetti, questi tumori hanno una biologia non molto aggressiva, ed anche lo sviluppo di eventuali lesioni secondarie avviene in modo più lento».

E pensare che siamo nell'era della prevenzione
«Sembra incredibile - sottolinea Masetti - che nell'era della prevenzione ci si trovi ancora a trattare casi simili. Ma purtroppo, anche se non con queste dimensioni eccezionali, di tumori localmente avanzati ce ne capita più di uno al mese e con donne di tutte le età e condizioni sociali. Questo ci deve far riflettere e interrogare su cosa non vada nelle nostre campagne di promozione della prevenzione e della diagnosi precoce. Dobbiamo trovare modalità più efficace per fare educazione e in particolare per aiutare le donne a superare la forte paura che ancora generano i tumori, paura che talvolta paralizza e impedisce di chiedere assistenza medica».