23 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Chemioterapia non per tutti uguale

Chemioterapia sotto accusa, può provocare l’evoluzione del tumore

Ricercatori hanno scoperto che la chemioterapia neoadiuvante nelle pazienti con cancro al seno può stimolare l’evoluzione del tumore anzichenò

TEXAS – Un team di scienziati di origine russa ha scoperto che il trattamento con la chemioterapia neoadiuvante (NAC) può causare la proliferazione del cancro al seno, anziché arrestarla. Da qui la pressante necessità che le cure con questo tipo di terapia siano strettamente personalizzate in base al tumore e alla paziente.

Il procedimento
Il dott. Nicholay Litvyakov del Cancer Research Institute insieme alla dott.ssa Marina Ibragimova della Texas State University (TSU), hanno condotto uno studio in cui si sono analizzate diverse biopsie di donne con tumore al seno. Di ogni biopsia, i ricercatori hanno analizzato il panorama genetico e le anomalie cromosomiche che fossero presenti. Prima di questo controllo, le pazienti hanno ricevuto da 2 a 4 cicli di chemioterapia neoadiuvante (NAC). Ripetute analisi sono state fatte anche dopo l’intervento chirurgico per osservare l’effetto della terapia sul tumore.

Risultati contrastanti
Dai risultati delle analisi i ricercatori hanno scoperto che la chemioterapia aveva sì distrutto del tutto o parzialmente le repliche tumorali nella maggior parte dei pazienti, ma nel 23% delle donne si è evidenziata un nuova formazione del tumore. E’ accaduto che alcuni cromosomi o parti di essi sono raddoppiati in questi cloni, e le cellule tumorali sono diventate più resistenti. Il fenomeno viene chiamato «amplificazione», e si ritiene essere un effetto negativo della chemioterapia. Infine, quasi tutte le pazienti sono state oggetto di sviluppo di metastasi, mentre le restanti avevano meno metastasi nel quinquennio di osservazione.

Causa di mutazioni
«I risultati preliminari indicano che la chemioterapia può causare la comparsa di mutazioni, che non erano state osservate prima, in forma di amplificazioni di regioni cromosomiche – ha spiegato la dott.ssa Ibragimova – In alcuni casi questo è stato motivo di insorgenza di metastasi ematogena. Dobbiamo scoprire le cause e i metodi per prevedere lo sviluppo del tumore. Pertanto non vi è dubbio che la chemioterapia avrà carattere strettamente personalizzato, a seconda delle proprietà del tumore e del paziente».

Questo si sapeva
Nonostante i risultati dello studio, già si sapeva che la maggior parte dei farmaci chemioterapici sono intrinsecamente mutageni. Inoltre, la chemioterapia può causare malattie genetiche nelle cellule tumorali che, a loro volta, creano dei «cloni» delle cellule tumorali che sono in grado di far fronte alla chemioterapia. Per questo motivo, oggi, i ricercatori cercano di scoprire come e in quali casi il tumore può svilupparsi sotto effetto della chemioterapia. I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sul Siberian Journal of Oncology.