27 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Nuove prove che fumare fa male al cervello

Il fumo rincretinisce sul serio

Un nuovo studio mostra che fumare può davvero far male al cervello, intaccando l’intelligenza, la capacità di pensiero e il processo decisionale

EDIMBURGO – Avete presente il ritornello recitato da Nino Frassica nello spot contro il fumo: «Ma che, sei scemo?». Bene, ora c’è la prova che fumare, in un certo senso, ci rende davvero scemi. I ricercatori dell’Università di Edimburgo hanno infatti scoperto che il fumo accelera l’invecchiamento del cervello – con tutta una serie di conseguenze avverse.

Meno intelligenti?
Il fumo renderebbe dunque meno intelligenti. E mentre le Campagne antifumo affermano che fumare è da scemi, lo studio pubblicato su Molecular Psychiatry mette in evidenza come fumare danneggi il cervello e possa compromettere la capacità di pensiero, la pianificazione, il processo decisionale e di problem-solving.

Sempre più sottile
Lo strato esterno del cervello, o corteccia cerebrale, con il passare degli anni e l’invecchiamento si assottiglia naturalmente. Ma i ricercatori hanno scoperto che il fumo può accelerare questo processo di circa il doppio. Questa parte del cervello si sa essere legata a molte funzioni superiori. In più, svolge un ruolo chiave nella memoria, nell’attenzione, nel linguaggio e nella consapevolezza.

Ancora in tempo
Se si è preoccupati di questo effetto indesiderato del fumo, il dott. Ian Deary sottolinea che smettere di fumare potrebbe permettere alla corteccia cerebrale di recuperare un po’ del suo spessore, così come evidenziato nei soggetti partecipanti allo studio. Ecco dunque un motivo in più per dire addio alle bionde, da subito.