20 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Ottantamila morti l’anno per il fumo

Spegni il fumo accendi la vita, chi smette guadagna dai 3 ai 9 anni di vita

Il 31 maggio è la Giornata Mondiale senza Tabacco. Solo in Italia, 80mila morti l’anno e 6 miliardi di euro per curare i danni da fumo. Tutte le iniziative e gli enormi numeri del fumo

Smettere di fumare fa bene a tutti
Smettere di fumare fa bene a tutti Foto: Shutterstock

ROMA - Il fumo di tabacco è una piaga mondiale. In base ai dati dell’ultimo rapporto dell’Oms e dell’US National Cancer Institute, l’uso del tabacco e il vizio del fumo causano ogni anno almeno 6 milioni di decessi, 16 milioni di malattie correlate e morti premature in tutto il mondo. In Italia, come altrove, è il primo problema di sanità pubblica (con 80mila morti l’anno) e spesso l’ultima voce (quando c’è) nei bilanci di programmazione sanitaria. E’ questo il paradosso che la Società Italiana di Tabaccologia ha voluto approfondire nella giornata del 30 maggio, grazie al convegno tenuto presso la Sala degli Atti Parlamentari del Senato della Repubblica a Roma. Il tema è stato dibattuto da rappresentanti di diverse società scientifiche, istituti di ricerca, ma anche da esponenti delle associazioni di pazienti e parlamentari.

Costi insostenibili
«Il punto – dichiara in un comunicato Biagio Tinghino, Presidente della Società Italiana di Tabaccologia – è che i costi del tabagismo per lo Stato sono altissimi, circa 6,5 miliardi di euro per curare le malattie che derivano da questa dipendenza, senza considerare i danni sociali e il carico di sofferenza umana».
Gli interventi per aiutare i pazienti a smettere di fumare sono dotati di un elevato rapporto di costo/efficacia. Uno studio inglese già alcuni anni fa ha dimostrato come un counseling breve, associato all’uso di farmaci di provata efficacia, è capace di salvare molte più vite di altri (e pur importanti) progetti di screening. Ma la chiarezza dei dati scientifici si scontra con l’idea che il fumo di tabacco sia un problema risolvibile con la sola ‘buona volontà’ e perciò non abbia bisogno di trattamenti e servizi di cura. Ma, come risaputo, da soli è difficile smettere: per questo motivo è importante rivolgersi agli esperti e ai centri, in tutta Italia, che aiutano a smettere.
«Gli esperti, e la stessa WHO, ormai sono concordi nel definire il fumo di sigaretta una dipendenza, ossia una patologia basata su ben noti fenomeni neurochimici, indotti dalla presenza di nicotina, una delle droghe più attive sul cervello – sottolinea Tinghino – smettere di fumare da soli è il metodo più diffuso, ma anche quello meno efficace, che produce un esito dell’1-3% a distanza di un anno, mentre i trattamenti validati riescono a decuplicare le percentuali di successo».

I servizi ci sono, ma chi li conosce?
Della scarsa sensibilità verso il fenomeno risentono anche i servizi per il tabagismo, oggi in Italia circa 400, che sono poco conosciuti e soprattutto poco considerati sul piano istituzionale. «Servirebbero norme o quanto meno linee guida – aggiunge il Presidente SITAB – per definire standard di accreditamento dei servizi, linee guida sui trattamenti, modalità uniformi di erogazione delle prestazioni sul territorio nazionale».
«Nel corso degli anni – aggiunge l’On. Giovanni Monchiero, a margine del Convegno – è cresciuta la consapevolezza della pericolosità del fumo, ma soprattutto della gestione complessa dei percorsi di cessazione. Dal punto di vista politico ritengo che siano necessarie proposte nuove, personalizzate, di più ampio respiro e che coinvolgano più specialisti su un fronte comune: supportare il fumatore, quale soggetto che ha aumentato i fattori di rischio per la sua salute, nella disassuefazione dal fumo».

Un costo a carico del cittadino
Un altro punto dolente, si legge nel comunicato Sitab, è costituito dai farmaci per smettere di fumare, che a oggi sono a totale carico del cittadino che, a questo punto, viene penalizzato due volte: non solo quando fuma, ma anche quando vuole smettere. L’Italia è ancora fanalino di coda, nel mondo. I farmaci per smettere di fumare sono già rimborsati in Inghilterra, Portogallo, Olanda, Svezia, Svizzera, Irlanda e Finlandia, a cui il mese scorso si è aggiunta la vicina Francia. «I benefici che verrebbero alla società da una reale riduzione del tabagismo si misurano sia sul piano umano e della qualità di vita, con la riduzione di mortalità e morbilità, sia con una riduzione significativa dei costi sanitari legati alla patologia tumorale come a quelle cardiovascolari e respiratorie, di cui il pubblico spesso sottovaluta sia il rapporto con il fumo sia il reale impatto – afferma il Senatore Andrea Mandelli, presidente della Federazione Ordini dei Farmacisti Italiani – Credo che a 14 anni dall’introduzione del divieto di fumare nei luoghi pubblici sia necessario un nuovo passo avanti sostanziale, sia per prevenire nei giovani l’inizio del fumo sia per mettere a disposizione di chi vuole nuovi supporti, sia farmacologici sia comportamentali, e soprattutto di renderli accessibili al maggior numero di persone possibile. Sull’esempio inglese, si potrebbe cominciare ad arruolare il farmacista di comunità nelle attività di disassuefazione dalla nicotina che, è bene ribadirlo, è una delle sostanze capaci di indurre un grado di dipendenza elevatissimo».

Se si smette ci guadagnano tutti
Far smettere di fumare le persone sarebbe un ottimo investimento per la sanità pubblica, visto il risparmio che si ricaverebbe dalla cessazione dal fumo. A conti fatti, incluse le prestazioni sanitarie, un programma per smettere di fumare costerebbe meno di 1.000 euro a paziente, ma il guadagno di salute non avrebbe prezzo, dal momento che la ‘smoking cessation’ restituisce dai 3 ai 9 anni di vita, se effettuata prima dei 50 anni. Le proposte sono tante ed è giunto il tempo di parlarne. Per questo la Società Italiana di Tabaccologia rilancia e propone un gruppo di studio sulla loro fattibilità. E’ veramente venuto il momento di ‘guadagnare salute’ investendo nella cura del tabagismo e nei sani stili di vita.

Al via ‘Spegniilfumoaccendilavita’
In Italia fuma il 21% dei cittadini e 7 ragazzi su 10 hanno cominciato a fumare prima dei 18 anni. Se non si attueranno seri programmi di prevenzione, entro il 2030 il tabacco ucciderà 8 milioni di persone all’anno. L’80% di queste vittime saranno di Paesi a basso e medio reddito. Ne risulta che il tabacco è un prodotto di libera vendita che uccide i due terzi dei suoi consumatori.
I divieti di fumare nei luoghi di lavoro e di svago, hanno prodotto risultati importanti nel contenere il consumo di tabacco. Tuttavia le leggi da sole non sono sufficienti. Occorre una prevenzione in grado di raggiungere obiettivi di riduzione del fenomeno. Purtroppo i programmi attuati in Italia non hanno prodotto risultati di grande rilievo negli ultimi anni, perciò si assiste ad una stabilità del consumo, specie tra i giovanissimi. L’Agenzia Nazionale per la Prevenzione, con i suoi esperti e le esperienze maturate in oltre venti anni di lavoro, offre il proprio contributo a istituzioni e organizzazioni impegnate nella promozione della salute, in un’ottica di rete, con il progetto ‘SPEGNIILFUMOACCENDILAVITA’.

Una enorme spesa per le famiglie
Uno dei comuni denominatori delle patologie da dipendenza è il dispendio di enormi quantità di denaro, che molte volte mandano in rovina la gente, come accade anche per la dipendenza da gioco. Il Tabacco non si allontana da questa regola. Una famiglia in cui fumano più persone, in una vita spendono l’equivalente di un appartamento. A chi hanno versato questo denaro? Per il 76% allo Stato e il resto alle compagnie anglo-americane del tabacco. Solo che lo Stato poi spende altrettanto per curare le malattie causate dal Fumo, mentre le compagnie del Tabacco incassano e basta. Le sigarette costano care sia per il danno alla salute, sia in termini economici. Anche una semplice riduzione del consumo crea risparmio per il cittadino e per la nazione.

I numeri
Un fumatore italiano in media consuma 5.000 sigarette l’anno, pari a 250 pacchetti. Calcolando un costo medio di 5 euro a pacchetto in un anno spende in media 1.250 euro. In trent’anni di tabagismo spende 37.500 euro, il valore di un’auto di lusso, di venti vacanze ai caraibi o di una prestigiosa multiproprietà. In una famiglia in cui fumano genitori e due figli, in una vita spendono l’equivalente di un appartamento. L’appartamento viene offerto per il 76% allo Stato, per la restante parte alla filiera del tabacco e alle compagnie anglo americane che ne detengono il mercato. Un fumatore che smette si regala da solo l’equivalente di un aumento dello stipendio. Il costo di un programma di 6 settimane di trattamento del Tabagismo condotto da specialisti si aggira in media sui 150 euro ed è stato calcolato sulla media del costo delle sigarette fumate nelle 6 settimane. Se il fumatore raggiunge l’obiettivo, avrà pagato il programma col denaro delle sigarette non fumate.

Il progetto ‘SPEGNIILFUMOACCENDILAVITA’
Venne realizzato per la prima volta nel 2010 con Reach Italia Onlus, e presentato all’Unità di Tabaccologia dell’università Sapienza di Roma. Da un lato incoraggia i fumatori a smettere indirizzandoli al numero verde contro il Fumo dell’Istituto Superiore di Sanità (800.554088) e dall’altro aiuta i giovani a non cominciare diffondendo nelle scuole il film ‘THE ANSWER. La risposta sei tu’ realizzato dall’ex Ministro della Salute, Prof. Girolamo Sirchia, per la Fondazione ‘Il Sangue’ di Milano, in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per la Prevenzione.
Il denaro può essere utilizzato per farsi del male o del bene. E c’è anche una terza via, quella del valore etico, di fare del bene anche ad altri.
Il progetto «SPEGNIILFUMOACCENDILAVITA» insiste su questo valore incoraggiando i fumatori a smettere con i servizi territoriali dei Centri Tabagismo, promuovendo il numero verde contro il Fumo dell’Osservatorio Fumo Alcol Droghe dell’Istituto Superiore di Sanità (800.554088). Contestualmente invita a devolvere una minima parte del denaro recuperato a sostegno di chi vive nell’indigenza. I fumatori hanno cento buoni motivi per liberarsi dalla dipendenza dal tabacco. Ne suggeriamo una in più. Usare una minima parte del denaro speso per le sigarette per sostenere a distanza un bambino sfortunato, nei Paesi più poveri del mondo. Fatelo col denaro delle sigarette non fumate. Pochi centesimi al giorno bastano ad aiutare i bambini più bisognosi e meno fortunati, attraverso il sostegno a distanza, per condizioni di vita più dignitose.

L’Operatività
Per promuovere l’iniziativa verranno realizzati banchetti per la distribuzione di volantini e materiale informativo durante il lancio della campagna, a partire dalla Giornata Mondiale senza tabacco del 31 maggio 2017, promuovendo il numero verde ISS-OFAD, invitando i fumatori a misurare il monossido di carbonio (CO) espirato e ad accedere ai Centri Tabagismo riconosciuti dal Ministero della Salute. I volontari di Reach-Italia indosseranno per l’occasione delle magliette realizzate ad hoc per il lancio della campagna, a partire dal 31 maggio, nelle piazze di Milano, Segrate, Genova, Bologna, Firenze, Cesena, Roma, Rieti, Bari. Nell’arco di tre anni saranno aggiunte altre città.
La campagna viene presentata, con conferenze stampa, in presenza di autorità, coordinata dall’Agenzia Nazionale per la Prevenzione e con la direzione scientifica del prof. Giacomo Mangiaracina. L’attività di comunicazione è attivata con vari mezzi, per divulgare il messaggio chiave di questa iniziativa: ‘Il denaro speso per le sigarette crea povertà e malessere. Se utilizzato per il sostegno a distanza di un bambino fa bene e crea benessere’.

Sviluppo progettuale
L’organizzazione del progetto prevede:

  1. Testimonial, brochure e volantini informativi.
  2. Comunicati e conferenze stampa.
  3. Partnership e media partner (società scientifiche, istituzioni, associazioni, aziende).
  4. Divulgazione in rete tramite il sito dedicato www.accendilavita.it e sui social media.
  5. Promozione del film per le scuole «THE ANSWER, La risposta sei tu» e proiezioni nelle città selezionate.
  6. Info-mail e Info-tel dedicati.

Propositori: Agenzia Nazionale per la Prevenzione - Reach-Italia Onlus.
Partner: Consulta Nazionale sul Tabagismo, Società Italiana di Tabaccologia Comuni Italiani.
www.accendilavita.it.