Videogame e porno: le nuove droghe per il maschio (in crisi)
La tossicodipendenza da videogame e pornografia sta mandando sempre più in crisi gli uomini. Il risultato è una continua e maggiore diffusione della disfunzione erettile porno-indotta
LONDRA – Tossicodipendenti. Ecco come sono molti maschi di oggi. Ma non dalla classica droga, bensì da qualcosa di più subdolo come videogame e pornografia (o il sesso ostentato). Ecco ciò che sta intaccando la salute sessuale del maschio moderno – specie giovane – sempre più afflitto da problemi come la disfunzione erettile porno indotta, o PIED.
MASCHIO IN CRISI – Secondo il prof. Phillip Zimbardo, della Stanford University, la dipendenza da pornografia e videogiochi sta portando a una crisi di mascolinità. Il professore lo ha dichiarato dopo che ha analizzato il comportamento, la salute sessuale e psicologica di oltre 20mila giovani maschi, per poi confrontare i dati con l’uso di videogiochi e la fruizione di contenuti pornografici nelle varie forme.
CERVELLO E RICOMPENSA – In base a quanto raccolto dal dott. Zimbardo, i maschi che si dedicano ai videogiochi (che sia su una console che su uno smartphone) lo fanno per rilassarsi. Il problema è che spesso il tempo dedicato a questa attività diviene eccessivo. Allo stesso modo, sono in molti che fruiscono di circa due ore di contenuti porno alla settimana. Queste due attività sono state trovate modificare l’attività del centro di ricompensa del cervello, che ha come conseguenza il generarsi di una combinazione tra eccitazione e dipendenza. Infine, è un po’ come se il cervello si riprogrammasse, in negativo però.
IL MASCHIO RIMASTO A «PIED» – Un fenomeno correlato a questa forma di dipendenza è la cosiddetta PIED, dall’inglese Porn-Induced Erectile Dysfunction, che fa sì che i maschi odierni – in particolare quelli giovani – invece di essere virili siano affetti dai problemi di erezione. Il dott. Zimbardo ritiene che la soluzione sia quella di ammettere che il problema è grave, e che i genitori dei giovani dipendenti da queste due «droghe», devono mettere dei paletti all’uso dei dispositivi tecnologici e avere più controllo sul tipo di contenuti di cui essi fruiscono. L’ideale sarebbe meno ore spese davanti a uno schermo e più attività all’aperto, sociali o sportive. L’esperto ha racchiuso i risultati delle sue ricerche e i consigli in un libro appena pubblicato e dal titolo eloquente: «Man (Dis)Connected».
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