19 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Studio condotto da ricercatori provenienti da Polonia e Regno Unito

C'è un legame tra gli estrogeni e i fattori di rischio delle malattie cardiache negli uomini giovani

Fino ad ora la cosiddetta predisposizione maschile alle malattie cardiovascolari è stata prevalentemente attribuita a fattori genetici

Uno studio condotto da ricercatori provenienti da Polonia e Regno Unito ha mostrato che i livelli di estrogeni naturalmente presenti negli uomini giovani sono legati ai fattori di rischio delle malattie cardiache.
La cosiddetta predisposizione maschile alle malattie cardiovascolari è stata prevalentemente attribuita a fattori genetici. L'effetto dei livelli ormonali è stato collegato anche a malattie dell'arteria coronaria, aterosclerosi e ictus, ma i risultati sono stati alquanto contraddittori. Fino a questo momento non è stata stabilita la correlazione tra i livelli di estrogeni in età giovanile (quando i soggetti sono sani e non mostrano alcun segno di malattia) e specifici fattori di rischio cardiovascolare.

Nel tentativo di capire come mai le malattie cardiovascolari sono molto più diffuse negli uomini che nelle donne della stessa età ed etnia, un team di ricercatori, guidato dal dott. Maciej Tomaszewski dell'Università di Leicester (Regno Unito), ha esaminato i dati di un gruppo di 933 uomini giovani e sani aventi un'età media di 19 anni, che partecipavano allo studio della Young Men Cardiovascular Association (YMCA). Nello specifico, hanno esaminato i livelli ormonali in circolo (in particolare estradiolo ed estrone) e ne hanno cercato i legami con i fattori di rischio per le malattie cardiache.

I ricercatori hanno ipotizzato che concentrazioni di estrogeni più alte negli uomini giovani sarebbero associate ai fattori noti come cause di malattie cardiache in età più avanzata, come pressione arteriosa alta, peso corporeo e cattivo profilo dei lipidi (colesterolo).

Hanno scoperto che i livelli di estradiolo ed estrone (che insieme formano l'estrogeno) erano legati direttamente al colesterolo totale: l'estradiolo era associato ad una sottoproduzione di colesterolo «protettivo» (HDL) e l'estrone con la sovrapproduzione di colesterolo «nocivo» (LDL). I loro risultati indicano che la relazione tra questo squilibrio del colesterolo e l'aumento del livello degli estrogeni in circolo non dipendeva dagli effetti di altri ormoni sessuali (compreso il testosterone), dall'età, dal peso corporeo, dalla pressione arteriosa e da altri fattori.

I livelli di colesterolo in circolo durante l'adolescenza si sono dimostrati buoni fattori di previsione di rischi cardiovascolari in età adulta, e i livelli di estradiolo negli uomini variano molto poco con l'età. L'associazione tra estradiolo e lipidi continua in età adulta, e potrebbe spiegare la correlazione tra gli estrogeni e le malattie cardiovascolari (come l'aterosclerosi) spesso presenti in uomini più anziani.

L'età dei soggetti è stata un fattore decisivo in questo studio, ricerche precedenti su livelli ormonali e malattie cardiovascolari si erano infatti concentrate su uomini di mezza età o più anziani. Il dott. Tomaszewski e i suoi colleghi hanno esaminato gli effetti dei livelli ormonali in un momento della vita dei soggetti in cui normalmente non mostrano alcun segno di malattie cardiovascolari. In uomini più anziani, gli effetti fuorvianti dell'invecchiamento, l'assunzioned di farmaci e la presenza di altre malattie rendono molto difficile stabilire una relazione diretta tra i livelli ormonali e la malattia.

Mentre fattori genetici, ambientali ed ormonali influenzano il livello di colesterolo e la produzione di ormoni, ognuno di essi ha un ruolo modesto nello sviluppo di malattie cardiovascolari. I risultati di questo studio hanno comunque un valore clinico.

Lo studio ha concluso che «l'associazione tra estrogeni e lipidi negli uomini ha radici in età giovanile, prima che la malattia cardiovascolare si manifesti apertamente», e che «un aumento nella concentrazione di estrogeni in circolo può avere un impatto negativo sul rischio cardiovascolare negli uomini».

Il dott. Tomaszewski ha commentato che non è chiaro il perché questi estrogeni siano considerati cardio-protettivi nelle donne mentre sembrano aumentare il rischio di malattie cardiovascolari negli uomini.