20 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Immigrazione

Sala: «Senza immigrati Milano si ferma, serve un piano nazionale»

Il Sindaco del capoluogo lombardo nel corso di un'intervista rilasciata al mensile Domus: «Essere una città aperta e internazionale significa anche accogliere chi scappa dal proprio Paese»

Il sindaco di Milano Beppe Sala
Il sindaco di Milano Beppe Sala Foto: Matteo Bazzi ANSA

MILANO - «Dobbiamo avere la consapevolezza che senza immigrati la città si ferma. Anche per questo, è necessario un piano nazionale, attraverso il quale attuare politiche sociali e di inclusione che consentano anche ai migranti di contribuire alla crescita della città che li ospita». A dirlo è il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nel corso di un'intervista rilasciata al mensile Domus nel primo numero firmato dall'architetto Winy Maas. «Essere una città aperta e internazionale significa anche accogliere chi scappa dal proprio Paese per fuggire alle guerre o decide di costruire qui un futuro migliore per sé e la propria famiglia. Questa capacità è uno degli elementi di forza di Milano, dove il 19 per cento della popolazione è di origine straniera, contro il nove per cento nazionale» ha aggiunto il primo cittadino.

Rinascimento di Milano

Sala ha poi detto di avere trovato a luglio del 2016, quando vinse le elezioni, «una Milano orgogliosa, consapevole del proprio valore e determinata a crescere. Credo che il merito principale di questo atteggiamento positivo, da molti definito il Rinascimento di Milano, stia da una parte nella buona riuscita dell'Expo e nella grandissima prova di accoglienza che la città ha dato e, dall'altra, nella proficua collaborazione tra i diversi attori della vita cittadina. Milano ambisce a essere una guida: non possiamo accontentarci di una città che funziona. Ecco perché l'obiettivo della mia Amministrazione è quello di rafforzare il posizionamento di Milano in ambito internazionale e nazionale».

Competitivi con tutte le capitali europee

A suo parere la città oggi «ha il pregio di essere in grado di competere per attrattività con tutte le capitali europee, senza essere una capitale». Una Milano che con l'Europa vuole mantenere e coltivare un rapporto di collaborazione intenso e sinergico «senza essere la prima della classe, ma l'àncora che lega il Paese al resto del mondo per impedire la pericolosa deriva della decrescita e della regressione sociale» ha proseguito. Quanto ai sindaci ai quali si sente vicino Sala ha risposto di essere «in costante contatto» con quelli delle più importanti città del mondo «con cui condivido impegni e battaglie, ne cito alcuni: il sindaco di Los Angeles Eric Garcetti, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo e quella di Barcellona Ada Colau».