9 dicembre 2024
Aggiornato 20:00
Governo

Quali sono i «poteri forti» che vogliono la testa di Salvini

L'allarme lanciato dallo stesso ministro dell'Interno. Che però non arretra: «Se non mi fanno saltare vado fino in fondo». Ecco la lista dei «nemici» del governo

Video Agenzia Vista

MILANO - «Se non mi fanno saltare, io vado fino in fondo». Stavolta non è uno slogan. Il vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno Matteo Salvini, parlando delle difficoltà dell'azione di governo in campo economico al convegno Idn a Palazzo delle Stelline a Milano stavolta lancia un vero e proprio grido d'allarme su quelli che, a suo avviso, sono i gruppi di potere che stanno tramando per far salare il governo. Il leader della Lega ha chiaramente parlato di «enormi interessi economici in ballo». E ha denunciato che «ovunque tu ti muova vai a toccare interessi economici stratificati da anni».

L'esempio del «presidente del Coni»

Salvini ha fatto anche diversi esempi. Il primo ha un nome e cognome ben noto: Giovanni Malagò. «Guardate la reazione del Presidente del Coni quando abbiamo messo in discussione l'elefantiaco impianto dello sport italiano» con l'obiettivo di «rimettere il timone in mano alle federazioni e allo sport di base». Il riferimento è alle parole del numero uno dello sport italiano che è partito all'attacco a testa bassa: «Questa non è la riforma dello sport italiano, non c'entra nulla. Questo è un discorso in modo elegante di occupazione del Comitato olimpico italiano. Lo stesso fascismo, pur non essendo estremamente elastico nell'acconsentire a tutti di esprimere le proprie opinioni, aveva rispettato quella che era stata la storia del Coni dall'epoca della sua fondazione».

Lo scontro tra Salvini e Malagò

Alla base dello scontro c'è il fatto che da parte del governo viene considerato un conflitto di interesse il fatto che sinora sia stato il Coni a distribuire i soldi alle Federazioni, visto che poi tocca ai presidenti delle stesse Federazioni a votare il n.1 del Coni. La cassa in pratica non la avrà più la Coni Servizi, come adesso, ma una nuova società di ispirazione e nomina governativa, la Sport e Salute spa. A Malagò e quindi al Comitato olimpico nazionale spetteranno solo 40 milioni per la preparazione olimpica.

Le «lobby dei grandi settori»

Quello di Malagò è, come detto, solo un esempio. Ma Salvini, tra le righe, ne ha fatti diversi: «Tocchi degli interessi lì, gli interessi sulle multinazionali, tocchi gli interessi sulle lobby dei grandi settori come i tabacchi e i giochi. Penso» ha aggiunto «che mi, ci abbiate votato per rimettere al centro la trasparenza, il denaro pubblico speso bene, e l'interesse dei cittadini». E chi gli ha chiesto se il governo durerà, Salvini ha poi replicato: «Farò tutto quello che è possibile affinché questo governo arrivi fino alla fine e mantenga uno per uno i punti del contratto. Rivendicando il diritto a prendere il caffè con chi voglio».