19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Cronaca

Sparò a sei immigrati a Macerata, 12 anni di galera a Traini: «Ho sbagliato»

Oggi o domani potrebbe arrivare la sentenza della Corte d'assise nel processo con rito abbreviato. Il 29enne imputato: «Non provo nessun odio razziale»

MACERATA – Dodici anni di galera a Luca Traini. Accolta la richiesta di condanna avanzata dal procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio nei confronti del 29enne di Tolentino che il 3 febbraio del 2018 a Macerata ha esploso diversi colpi di arma da fuoco ferendo sei immigrati. L'uomo è stato condannato in primo grado per strage aggravata dall'odio razziale, tentato omicidio plurimo, danneggiamento e porto abusivo di armi. Partendo da una pena massima di 22 anni, la procura è arrivata a richiederne 12 tenendo conto delle attenuanti generiche per l'imputato e della riduzione di un terzo della condanna per il rito abbreviato.

Il pentimento
Prima della requisitoria del pm, Traini, attualmente detenuto in carcere ad Ancona, ha fatto delle dichiarazioni spontanee, riporta La Repubblica, spiegando di avere sbagliato e di avere capito che «il colore della pelle non c’entra. Non provo nessun odio razziale – avrebbe detto, leggendo delle frasi scritte su alcuni fogli – Volevo fare giustizia contro pusher per il bombardamento di notizie sullo spaccio diffuso anche a causa dell’immigrazione: anche la mia ex fidanzata assumeva sostanze. In carcere ho maturato una nuova cognizione dei fatti». Traini ha raccontato anche di avere avuto «un'infanzia difficile» ma di non essere «né matto né borderline»: «Il mio gesto – ha aggiunto – non è collegato al colore della pelle: un poco di buono può essere sia bianco sia nero. Ringrazio comunque le forze dell'ordine per quello che fanno per Macerata».

La risposta del legale
Le ultime dichiarazioni di Traini sono apparse dunque decisamente più morbide e concilianti rispetto a quelle rese in un precedente interrogatorio, in cui aveva detto di non rinnegare le sue azioni. Luca Traini «ha reagito in maniera pacata e serena, era una pena che ci aspettavamo, ne avevamo parlato», ha spiegato il suo avvocato Giancarlo Giulianelli ad Askanews. Il legale non è sorpreso dalla pena comminata anche se aggiunge: «Mi rammarica il fatto della contestazione della strage, ritengo tuttora che la strage giuridicamente sia un’ipotesi di reato azzardata da sostenere». Secondo il legale il reato commesso dal suo assistito rientra infatti nel tentato omicidio plurimo, ma «la sentenza era nelle attese, era una delle evenienze a cui eravamo preparati», ha spiegato l’avvocato, annunciando comunque: «Faremo ricorso».