26 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Sicurezza

Decreto sicurezza, Minniti 'avverte' Salvini: «Preparati a essere travolto dai ricorsi»

L'ex ministro dell'Interno boccia il lavoro del suo successore: «Non è vero che le espulsioni saranno rese più semplici»

L'ex ministro dell'Interno Marco Minniti
L'ex ministro dell'Interno Marco Minniti Foto: Angelo Carconi ANSA

ROMA - Per l'ex ministro dell'interno Marco Minniti il decreto sicurezza e immigrazione va esattamente nella direzione opposta: «Passerà alla storia come decreto insicurezza». L'esponente del Pd in una intervista a Circo Massimo su Radio Capital spiega che ci sono due cose «particolarmente gravi», due «mele avvelenate». Una, secondo il predecessore di Matteo Salvini, è «la cancellazione dei permessi umanitari. Era una via che consentiva un percorso di integrazione». Così «si producono marginalità e clandestinità, che spesso portano a un aumento della propensione a delinquere». L'altra «mela avvelenata», continua Minniti, «è il depotenziamento degli sprar, che è catastrofico. Insieme alla cancellazione del decreto per le periferie sicure, ci dice che abbiamo accantonato la via dell'integrazione». 

Per Minniti «un fallimento annunciato»
«Altri paesi hanno fatto in anni passati come sta facendo l'Italia. A un certo punto si sono svegliati e hanno visto dei loro figli che facevano attentati nelle loro capitali. Con queste due scelte stiamo mettendo una bomba a orologeria sotto la nostra convivenza», avverte l'ex ministro dell'Interno. Minniti poi nega che le espulsioni siano state rese più semplici: «Non è vero perché non dipendono dalla legislazione italiana. Noi possiamo fare rimpatri solo se siamo in condizione di rimandarli nei paesi di provenienza, con un'attività diplomatica che da questo governo non vedo». 

Il rischio di «favorire le mafie»
Con il decreto sicurezza, i beni delle mafie potranno essere venduti ai privati, un'altra misura che non convince l'ex ministro: «L'idea del Robin Hood alla rovescia che toglieva beni alle mafie per darli agli italiani è giusta e sacrosanta, ma se prendiamo quei beni e li diamo ai privati attraverso aste c'è il rischio che tornino alle mafie». Sul decreto Salvini sono stati sollevati dubbi di costituzionalità: «Temo che sarà travolto dai ricorsi», conclude il deputato del Pd.