19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Sicurezza

Estremisti islamici espulsi e rom arrestati: Salvini 'festeggia' sui social

Il ministro dell'Interno annuncia: «Firmata l'espulsione». E ringrazia le forze dell'ordine per gli altri fermi di Firenze nelle indagini sulla morte di Duccio Dini

ROMA - Immigrazione e sicurezza. Questi i due punti centrali del ministero di Matteo Salvini. Quando poi le due questioni vanno insieme, il leader della Lega non può non festeggiare. E, ovviamente, lo fa sui social, dove - numeri alla mano - è il numero uno: «Ho firmato l'espulsione di tre estremisti islamici. Tolleranza zero per chi vuole portarci la guerra in casa» ha annunciato il vicepremier e ministro dell'Interno. Poi è passato ai ringraziamenti nei confronti delle forze dell'ordine: «La macchina della sicurezza funziona». Il motivo: gli arresti dopo l'omicidio a Firenze di Duccio Dini. « Sono molto soddisfatto dell'operazione del Comando Carabinieri di Firenze che questa mattina ha assicurato alla giustizia altre 4 persone, autori del folle inseguimento costato la vita a Duccio Dini».

Arrestate 4 persone di etnia rom
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha commentato così l'arresto, su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Firenze, di 4 persone di etnia rom indiziati per aver partecipato, il 10 giugno scorso, all'inseguimento durante il quale era stato travolto e ucciso il 29enne fiorentino. «La sicurezza dei cittadini è un bene da preservare. Ben vengano tutte le azioni di prevenzione. Colpire e punire chi delinque e mette a rischio la vita e i beni degli italiani rimane una priorità».

La cronaca degli arresti
Sono quindi sei, a oggi, gli arrestati per la morte del giovane Duccio Dini, avvenuta a Firenze dopo un investimento nel parcheggio di un supermercato in viale Canova, il 10 giugno. Dini, che era fermo in scooter, fu travolto da una Volvo con a bordo tre persone. Gli arrestati sono sei macedoni di etnia rom. Ai primi due arresti avvenuti nei giorni successivi alla morte di Dini, si sono aggiunte altre quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip di Firenze Angelo Antonio Pezzuti su richiesta della Procura fiorentina.

La cronaca dell'omicidio
Dini era stato investito durante un folle inseguimento tra tre autoveicoli con a bordo gli arrestati. I sei avevano organizzato, secondo gli inquirenti, una 'spedizione punitiva' nei confronti di un altro rom, il 43enne Rufat Bjram, in un regolamento di conti dovuto all'aggressione del suocero Amet Renzi. I tre a bordo della Volvo (Mustafa Renzi alla guida, e i passeggeri Amet Renzi e il cugino Mustafa Dehran) provenivano dal campo nomadi del Poderaccio. Dopo l'investimento di Duccio Dini, Bjram era sceso dalla Zafira speronata dai suoi inseguitori e che stava prendendo fuoco. I tre occupanti la Volvo a quel punto erano scesi con una mazza da baseball con l'intento di portare a termine la spedizione, ma furono bloccati da una pattuglia di carabinieri casualmente ferma ad un semaforo sul luogo dell'incidente.