29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Immigrazione

Lifeline, la «nuova» Aquarius che viola il diritto del mare (e che Salvini e Toninelli non faranno attraccare in Italia)

La nave Ong Lifeline sta agendo in acque libiche fuori dal Diritto internazionale, imbarcando 250 naufraghi senza avere i mezzi tecnici per poter garantire loro l'incolumità

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini parla di immigrazione a Porta a Porta
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini parla di immigrazione a Porta a Porta Foto: Angelo Carconi ANSA

ROMA - "È notizia di queste ore che la nave Ong Lifeline sta agendo in acque libiche fuori da ogni regola, fuori dal Diritto internazionale. Hanno imbarcato circa 250 naufraghi senza avere i mezzi tecnici per poter garantire l’incolumità degli stessi naufraghi e dell’equipaggio». A scriverlo è il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli in un post sulla sua pagina Fecebook. Secondo le prime ricostruzioni, e seconfo quanto riportato dallo stesso Toninelli, non starebbero collaborando con la Guardia costiera libica che, dalle prime informazioni acquisite, stava intervenendo per salvare i migranti e riportarli su suolo libico. Operazione di sua stretta competenza, trattandosi di eventi accaduti in mare libico. "Non abbiamo nulla contro le ONG - spiega il ministro - ma siamo e continuiamo ad essere per il rispetto della legalità. Soprattutto quando si parla di vite umane». A ciò va aggiunto – prosegue – che ad oggi non abbiamo ancora riscontri sull’effettiva appartenenza all’Olanda della nave ONG Lifeline, come anche della Seefuchs, che pure batte bandiera dei Paesi Bassi. Per questi motivi Toninelli si dice "costretto" a chiedere alla Guardia Costiera italiana di avviare un’indagine di bandiera per verificare l’effettiva corrispondenza tra il vessillo battuto dalla nave e l’appartenenza a quella stessa nazionalità. "Vi terrò aggiornati sugli sviluppi, ma di certo – conclude – vi anticipo che il Diritto del mare non permette la navigazione a navi non regolari».

Salvini: "Le navi di queste pseudo-ong non toccheranno più il suolo italiano"
In mattinata il ministro dell’interno, Matteo Salvini, aveva scritto: «Ennesima gravissima violazione da parte di una nave Ong in acque libiche. Basta». "Ci sono Ong che scorrazzano per il Mediterraneo in cerca di migranti", aveva avvertito ieri sera. E stamattina è tornato all'attacco parlando di "una grave violazione da parte di una Ong in acque libiche». Dopo un'ora ha precisato i contorni della sua dichiarazione, rivolgendosi appunto alla Ong Lifeline: "Avete fatto un atto di forza non ascoltando la Guardia costiera italiana e libica? Bene, questo carico di esseri umani ve lo portate in Olanda, fate il giro un po' largo». Le navi "di queste pseudo-ong non toccheranno più il suolo italiano». E ancora: "Le navi Ong di questi pseudovolontari nei porti italiani non metteranno piu' piede ma anche le nostre navi militari e della Guardia costiera, che meritoriamente continuano a salvare vite umane, staranno piu' vicine alle coste italiane. Non possono fare piu' da sole. Ci sono altri che devono intervenire, la Tunisia, Malta, Francia, Spagna. Di essere preso in giro sono stufo". 

Da Avramopoulos qualche rassicurazione su Dublino
Salvini si è detto "ottimista" rispetto alla possiblità di una modifica sostanziale, e vantaggiosa per l'Italia, dell'accordo di Dublino in sede Ue sui migranti. E in effetti qualche parola rassicurante arriva dal commissario agli Affari Interni Ue Dimitris Avramopoulos, che chiarisce che nel quadro dell'attuale regolamento di Dublino gli Stati possono concludere accordi amministrativi per accelerare il trasferimento dei richiedenti asilo al Paese responsabile. Anche se si affretta a specificare che "questo è nella bozza della dichiarazione di domenica, ma è solo una bozza per la discussione. Le decisioni verranno prese al vertice dei leader Ue della settimana prossima». E sottolinea più volte come la riunione informale di domenica avrà solo scopo di "consultazione». Insomma, il messaggio rivolto a Roma sembra piuttosto chiaro: non c'è nulla di deciso, ancora.