L'effetto-Salvini su Berlusconi: Forza Italia cambia pelle
In una lunga lettera aperta al Corriere della Sera, il leader di Forza Italia parla di come vuole cambiare pelle al suo movimento

ROMA - Forza Italia cambia pelle. Silvio Berlusconi racconta in una lettera aperta al Corriere della Sera come sarà la nuova Forza Italia e il rinnovamento che ha in mente e che passa da un vice presidente, una consulta e «comitati azzurri» social. I governi di centrosinistra hanno fallito, ragiona Berlusconi, «ma questo non significa affatto che l’alternativa sia nel dilettantismo, nel pauperismo, nel giustizialismo, tutti ingredienti di gran peso nel programma del governo a guida grillina». Ora però Forza Italia «deve rinnovarsi aprirsi, accogliere le tante persone e i tanti mondi che sono consapevoli della necessità di una politica di questo tipo. Deve essere il polo aggregatore intorno al quale si ritrovano coloro che vogliono coniugare innovazione e competenza, cambiamento e responsabilità». Per questo il Cavaliere ha deciso un rinnovamento a livello nazionale e a livello locale.
Sono grato a tutti coloro che in questi giorni si sono impegnati a fare delle analisi più o meno impietose sulla condizione di Forza Italia perché ci aiutano a riflettere, ad affrontare i problemi, a definire quello che siamo. Questo non significa naturalmente che io sia d’accordo con tutto quanto è stato detto. La domanda che più frequentemente ci è stata rivolta, «cosa vuole Forza Italia», ha una risposta precisa. Certo non una risposta come quelle di Salvini, che usa un altro linguaggio per parlare ai suoi elettori, né come quelle di Di Maio, che, riciclando una vecchia battuta sul Partito d’Azione, «non sa quello che vuole ma lo vuole subito».
Idee liberali, liberiste e garantiste
Quella che si è aperta è certamente una stagione nuova, che richiede risposte nuove, ma senza venir meno ai valori e alle idee del vecchio centrodestra, prosegue Berlusconi: idee liberali, liberiste, garantiste, «che a mio giudizio rappresentano il futuro, non il passato». Il futuro di un’Italia migliore che "abbiamo il dovere di lasciare ai nostri figli», così come i nostri padri l’hanno lasciata a noi, «l’alternativa all’Italia dell’odio sociale, del pauperismo, delle manette, della decrescita, della disoccupazione, del discredito e dell’isolamento internazionale». L’Italia che è nei sogni, o negli incubi, targati 5 Stelle.
La nostra è una risposta fatta di razionalità, una merce rara di questi tempi nell’offerta politica, ma anche una merce preziosa come tutte le cose rare. Forza Italia vuole proprio questo: risposte razionali a problemi complessi come l’oppressione fiscale, l’oppressione giudiziaria, l’oppressione burocratica, il debito pubblico, le povertà diffuse, l’immigrazione. Risposte liberali, basate sul buon senso, sulla fattibilità, sulla concretezza. Io sono convinto che esista un’Italia — tuttora maggioritaria — che voglia il cambiamento, ma non l’avventura, che chieda soluzioni e non slogan, che cerchi esperienza, non improvvisazione.
Come sarà la nuova FI
Al suo fianco Berlusconi avrà un vicepresidente, un comitato esecutivo, un coordinatore nazionale, che seguirà dal centro le attività dei coordinatori regionali, che a loro volta saranno affiancati da giovani coordinatori «virtuali», che si occuperanno delle «comunità azzurre» sui social. Dopo l’estate si riunirà un congresso dei giovani azzurri, che sperimenterà forme nuove, fin qui mai utilizzate, di partecipazione e di scelta dal basso del personale politico. E soprattutto costituirà una Consulta del presidente, a cui inviterà a partecipare tutte le energie e le personalità migliori del Paese, che, anche se non iscritte a Forza Italia, vorranno contribuire a formare una classe dirigente «seria, competente, di buon senso», che sia in grado di affrontare, in modo concreto e non soltanto a parole, le sfide difficili che il nostro Paese sarà chiamato a superare a breve, dopo il fallimento di questo governo contro natura, non votato dagli italiani, pieno di contraddizioni destinate a farlo implodere.
Forza Italia è l’erede di 25 anni di centrodestra, di buon governo e soprattutto di buon senso, di equilibrio, di moderazione, di serietà. Un centrodestra che ha dimostrato di saper stare in Europa senza subirne i diktat e che anzi ha pagato un caro prezzo per questo, ma che non ha coltivato l’illusione che basti fare la voce grossa per cambiare equilibri politici ed economici europei e mondiali molto complessi, rispetto ai quali il nostro Paese sarà debolissimo se non avrà i conti in ordine. Il nostro centrodestra è l’espressione di un’Italia concreta, per bene, ragionevole, dell’Italia che lavora e che produce, che non vuole distruggere, ma costruire. Io credo che quest’Italia debba tornare a far sentire la sua voce, una voce credibile in Europa e sui mercati internazionali. Il suo momento, il nostro momento, verrà molto presto, appena le ricette economiche dei grillini avranno rivelato la loro impraticabilità e la loro pericolosità.
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