23 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Immigrazione

E se la Chiesa e i Cattolici rileggessero il IV Comandamento (per intero)?

Altro che Gesù migrante: il precetto dell’Antico Testamento ordina di «onorare il padre e la madre», proponendo il prolungamento della vita nel proprio Paese

Papa Francesco
Papa Francesco Foto: ANSA

ROMA - «Onora tuo padre e tua madre» è il IV Comandamento conosciuto da tutti, cattolici e non: in realtà la norma contenuta nelle tavole della Legge ricevute da Mosè contiene una seconda parte, interpretata secondo convenienza o totalmente rimossa che lancia un messaggio ben preciso: «perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio» è questo il resto della del precetto che si legge nel sito ufficiale del Vaticano. Rispettare chi ci ha dato la vita, dunque, per rimanere e onorare anche il Paese che ci ha visti nascere.

L’omelia di Bergoglio - Dopo la Messa del Santo Natale celebrata da Papa Francesco, sembra che in Vaticano si sia dimenticato il contenuto del Comandamento che apre la seconda Tavola. Il messaggio di Giuseppe e Maria che hanno lasciato la loro terra per essere censiti ha dato vita ad interpretazioni dal sapore politico in favore dell’ottica dell’accoglienza dei migranti. «E poi – ha affermato Bergoglio – si trovarono ad affrontare la cosa forse più difficile: arrivare a Betlemme e sperimentare che era una terra che non li aspettava, una terra dove per loro non c’era posto». Ma Betlemme, città di Giuseppe, non era ostile ai genitori del Cristo: semplicemente non c’era posto dove poter soggiornare. In ogni caso, Giuseppe e Maria non fuggivano da guerre né erano perseguitati. Per questo l’omelia di Natale di Bergoglio è apparsa a molti fuorviante soprattutto quando ha ricordato «Nei passi di Giuseppe e Maria si nascondono tanti passi. Vediamo le orme di intere famiglie che oggi si vedono obbligate a partire. Vediamo le orme di milioni di persone che non scelgono di andarsene ma che sono obbligate a separarsi dai loro cari, sono espulsi dalla loro terra». E infine, secondo Papa Francesco «Maria e Giuseppe, per i quali non c’era posto, sono i primi ad abbracciare Colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza».

IV Comandamento - L’impressione, dunque, è che il Vaticano vada nella direzione opposta al IV Comandamento, ripreso dallo stesso Gesù quando invita: «Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto. Onora tuo padre e tua madre: è questo il primo comandamento associato a una promessa: perché tu sia felice e goda di una vita lunga sopra la terra» (Ef 6,1-3). Quale terra? Nel Comandamento si legge «nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio»: il precetto sembra invitare a rispettare i propri consanguinei per non spezzare la catena di discendenza che si è sviluppata nella propria terra.

Scontro di interpretazioni - Oltre a Bergoglio, nei mesi scorsi si sono levate anche altre voci in favore dell’immigrazione: una mobilitazione contro le politiche del presidente Usa Donald Trump, era stata lanciata dal cardinale Peter Turkson, presidente del dicastero per lo Sviluppo umano integrale. Eppure un appello in controtendenza arriva sempre dalla Chiesa e proprio dai Paesi africani. Durante la riunione della Gioventù Cattolica Panafricana che si è svolta a Kinshasa nell’agosto 2015, mons. Djomo aveva definito i giovani africani «il tesoro dell’Africa». «Utilizzate i vostri talenti e le altre risorse a vostra disposizione per rinnovare e trasformare il nostro continente e per la promozione della giustizia, della pace e della riconciliazione durature in Africa» è stato l’appello di Djomo. Un appello caduto nel vuoto e ignorato – come del resto il IV Comandamento – dalle principali testate troppo impegnate a sponsorizzare e giustificare i flussi migratori.