29 marzo 2024
Aggiornato 00:30
Roma

Tor Bella Monaca: la casa occupata dai migranti? Assegnata ai migranti

Dall’estrema periferia della Capitale arriva una storia paradigmatica che descrive la situazione attuale: italiani sempre più discriminati a casa loro

ROMA – L’appartamento di via Galopini 7 era stato occupato abusivamente il 30 ottobre scorso subito dopo la morte della signora Bruna Patrizi: immediatamente si era insediato un gruppo di immigrati nordafricani con bambini piccoli. La vicenda che avevamo raccontato qui sulle pagine di DiariodelWeb.it nei giorni seguenti aveva scatenato le proteste di associazioni di quartiere e di esponenti politici locali: sgomberato pochi giorni fa, però, l’appartamento è stato assegnato ad altri immigrati.

La denuncia di Fdi – A raccontare l’assurda discriminazione anti-italiana è stato Nicola Franco, consigliere di Fratelli d’Italia del VI municipio di Roma. «Per carità – precisa Franco – tutto è avvenuto secondo la legge, i regolamenti e le graduatorie, ma è proprio questo che bisogna contestare e cambiare quando ad oggi, nel 2017 abbiamo migliaia di cittadini Italiani in attesa di una casa popolare da decenni ed alcuni ridotti in povertà vivono in posti di fortuna». Com’è possibile, dunque, che lo Stato e le istituzioni si prendano gioco in questa maniera dei cittadini romani che da anni attendono un’abitazione e in alcuni casi si riducono a vivere dentro un’automobile?

Criteri da rivedere – Ma quali sono i meccanismi di un punteggio che per l’ennesima volta ha dato la precedenza a chi non è italiano? Le abitazioni di edilizia residenziale pubblica, vengono assegnate in base alla graduatoria che riguarda i cittadini in difficoltà economica che non hanno i mezzi per potersi permettere una casa a prezzo di mercato con un canone di locazione agevolato. Tra questi, ovviamente ci sono le persone con reddito basso calcolato con criteri diversi che cambiano nei vari Comuni; sono comprese poi giovani coppie o genitori single con figli a carico; e poi, ancora, cittadini senza fissa dimora. Infine, le graduatorie danno la priorità – o almeno dovrebbero – a persone con status di disabilità: e a Tor Bella Monaca ce ne sono, ma non si sa per quale motivo sono state ancora una volta scavalcate.

Graduatorie misteriose – Attorno alla graduatoria con cui il Dipartimento del Comune di Roma assegna le case popolari aleggia un vero e proprio mistero. «Queste classifiche – racconta Nicola Franco – non sono visibili a nessuno; non si trovano sul sito del Campidoglio ed è difficile visualizzarle». E così, la rabbia torna a diffondersi tra i cittadini a Tor Bella Monaca e in tutta Roma: nello stabile in questione, ad esempio, le famiglie continuano a vivere nel terrore dopo l’occupazione e il mancato intervento tempestivo delle forze dell’ordine. Il rischio di nuovi insediamenti abusivi, magari mentre un appartamento rimane disabitato per qualche giorno o solo poche ore: ora, invece, c’è la delusione nel vedere la casa assegnata in maniera discutibile. «È legittimo – chiede polemicamente Franco – affermare che quella casa popolare è stata costruita e soprattutto pagata con i sacrifici dei nostri padri attraverso le tasse versate da cittadini italiani nei decenni scorsi? È da razzisti dire che prima vengono i diritti dei nostri fratelli italiani e poi si può tranquillamente aprire a tutti coloro che onestamente vogliono rimanere a vivere nel nostro paese? Purtroppo è così: il razzismo in Italia esiste e colpisce il proprio sangue, frutto di quel disegno criminoso ad opera di coloro che vogliono cancellare la nostra storia, i nostri valori, le nostre tradizioni».