Catalogna, Salvini: «Voto una forzatura. E sulla Padania sapete cosa vi dico?»
Il leader della Lega: «Referendum in Lombardia e Veneto è previsto dalla Costituzione, se vinceremo, il segnale politico sarà fortissimo»
ROMA - «Il voto catalano è stato una forzatura. Quello lombardo e veneto è previsto dalla Costituzione. Si chiede semplicemente di applicare un articolo della Carta, il 116, che prevede che si possano affidare in toto alle Regioni venti competenze, e altre tre in maniera parziale» e «se vinceremo, il segnale politico sarà fortissimo. Vuol dire che dal giorno dopo Maroni e Zaia avranno il mandato di trattare con Roma. E non a nome degli elettori leghisti, ma di tutti i lombardi e i veneti». E' quanto sostiene in una intervista alla Stampa il segretario della Lega Nord Matteo Salvini commentando il referendum in Catalogna e spiegando che c'è una differenza «totale» tra quel voto e quello per l'autonomia di Veneto e Lombardia previsto per il 22 ottobre. Autonomia ma non spinta separatista, precisa Salvini, perchè «nessuno ha nostalgia della Padania». Quanto agli effetti politici di questo referendum Salvini è convinto che «non sarà Gentiloni a trattare. Sarà chi verrà dopo di lui, a febbraio-marzo. E non potrà ignorare il voto popolare». Inoltre, «a differenza di quel che è successo a Barcellona, la polizia aiuterà la gente a entrare nei seggi, non la prenderà a manganellate».
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