20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Lo studio di Openpolis

La Camera dei record: metà dei partiti non dovrebbe esistere

I gruppi parlamentari alla Camera dovrebbero avere un minimo di 20 membri, ma dei 12 gruppi attualmente costituiti solo 6 sono in regola. Gli altri esistono grazie a specifiche eccezioni

La Camera dei deputati
La Camera dei deputati Foto: Angelo Carconi ANSA

ROMA - Deroga mia quanto mi piaci... Nel rispetto della più antica tradizione italica, genio e sregolatezza che tutto disciplina e nulla rispetta, scopriamo che anche alla Camera dei deputati i regolamenti sì ci sono, ma, come dire, vengono «regolarmente» bypassati. Con deroghe e deroghine, appunto, che tanto che vuoi che male facciano... Ebbene, dall'ultimo report pubblicato da Openpolis viene fuori che i gruppi parlamentari alla Camera dovrebbero avere un minimo di 20 membri, ma dei 12 gruppi attualmente costituiti solo 6 sono in regola. Gli altri esistono grazie a specifiche eccezioni concesse dall'ufficio di presidenza.

Di 14 partiti solo 6 in regola
Al momento, di fatto, ci sono 12 gruppi parlamentari di cui solamente 4 riconducibili in maniera chiara a liste elettorali che hanno partecipato alle ultime politiche: Partito democratico, Movimento 5 stelle, Lega Nord e Fratelli d'Italia. Ma oltre a essere un ramo con tanti nuovi schieramenti politici, la cosa interessante è che questi hanno generalmente pochi membri. L'articolo 14 del regolamento di Montecitorio sancisce che ogni gruppo parlamentare debba avere un minimo di venti deputati. Peccato che dei 12 gruppi, solamente 6 rispettino questa regola: Partito democratico (238 membri), Movimento 5 stelle (91), Forza Italia (50), gruppo Misto (47), Art.1-Mdp (40), e Alternativa popolare (26). Gli altri hanno tutti meno di 20 membri: Lega Nord (con 19), Si-Sel-Pos (17), Civici e innovatori (16), Scelta civica-Ala-Maie (16), Democrazia solidale - Centro democratico (14) e Fratelli d'Italia (11). Per di più, tre di questi gruppi sono l'unione di due o tre diverse componenti.

Cosa prevede la deroga voluta dalla Camera stessa
A consentire questa situazione in deroga alle previsioni regolamentari ordinarie è il comma 2 dell'art. 14 del Regolamento della Camera. «L'ufficio di presidenza – sancisce – può autorizzare la costituzione di un gruppo con meno di venti iscritti purché questo rappresenti un partito organizzato nel paese che abbia presentato, con il medesimo contrassegno, in almeno venti collegi, proprie liste di candidati, le quali abbiano ottenuto almeno un quoziente in un collegio ed una cifra elettorale nazionale di almeno 300 mila voti di lista validi». Cosa significa tutto questo? Che il 50% dei gruppi parlamentari alla Camera esiste grazie a una deroga al regolamento di Montecitorio".

E al Senato?
Al Senato invece, dove la quota minima è di dieci senatori, solamente Conservatori e riformisti è sotto soglia per la recente uscita della senatrice Bonfrisco. Anche rispetto alla scorsa legislatura i numeri della camera sono particolarmente significativi: Montecitorio nella XVI legislatura era composta da 8 gruppi (4 in meno dell'attuale), tutti con più di 20 membri. Situazione analoga al Senato dove i 9 gruppi avevano tutti più di 10 membri.

Evvai con il walzer...
Quello a cui stiamo assistendo è un walzer parlamentare continuo causato dall'esplosione delle principali liste elettorali delle ultime politiche (vedi Popolo delle libertà, Scelta civica e recentemente il Partito democratico) e la conseguente creazione di nuovi schieramenti. Gli ultimi movimenti a sinistra hanno visto sia l'unione fra Possibile e Sinistra Italiana che la nascita di Art.1-Movimento democratico e progressista. Tutto questo, com'è ovvio, ha portato ad avere una camera dei deputati «particolarmente segmentata». Morale: la XVII legislatura sarà ricordata per il suo elevato numero di cambi di gruppo. Stupiti?