19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Nel quadro delle difficoltà di Noi con Salvini

Roma, Irene Pivetti capolista. Ecco cosa c'è dietro alla decisione di Salvini

Matteo Salvini ha annunciato che sarà Irene Pivetti la capolista della Lega alle comunali di Roma. Ma questa scelta potrebbe nascondere altro: in primis, le difficoltà di Noi con Salvini a decollare

ROMA - Irene Pivetti sarà capolista della Lega alle comunali di Roma. Questo, l'annuncio fatto ieri in conferenza stampa a Montecitorio dal segretario federale del Carroccio Matteo Salvini. Un annuncio che, però, nasconderebbe più di quello che è per tutti esplicito. Salvini, infatti, non solo ha volutamente omesso la parola «Nord» citando il nome del partito (cosa che confermerebbe l'intenzione di cassare il famoso articolo 1 sull'indipendenza della Padania), ma non ha nemmeno citato Noi con Salvini. Il movimento, nelle sue intenzioni originarie, avrebbe dovuto spargere il verbo di Salvini nelle regioni a sud del Po, decisamente più diffidenti nei confronti del Carroccio per il suo passato separatista e anti-meridionale. E invece, pare che Noi con Salvini stenti decisamente a decollare, e che il segretario federale, oltre al caos romano, abbia ben altre gatte da pelare.

Leghisti in difficoltà nella Capitale?
Proviamo a fare un po' di ordine. Come ben spiega Giovanni Bucchi, Irene Pivetti sarà a capo di un'unica lista che dovrebbe riportare i nomi sia della Lega, sia di Noi con Salvini, con un simbolo pensato appositamente per questa tornata elettorale. Ma l'accoppiata dei due movimenti sulla scheda elettorale dimostra quanto, in realtà, Noi con Salvini, originariamente pensato per lanciare le idee del segretario leghista al Centro-Sud, sia in difficoltà. Al punto da avere bisogno di appoggiarsi al nome della Lega Nord, un nome che - è chiaro - nel Mezzogiorno d'Italia non è poi così benvisto. Le elezioni romane, invece, avrebbero potuto offrire l'occasione per far camminare Noi con Salvini con le proprie gambe, visto che il movimento ha un proprio organigramma e propri dirigenti locali. Cosa sta succedendo, dunque, alla nuova creatura salviniana?

Tutti i guai di Noi con Salvini
In realtà, che i «padani a Roma» non abbiano vita facile lo ha testimoniato anche Il Giornale, registrando tutte le carenze organizzative del movimento. Innanzitutto, l'abitudine al "riciclo" di personalità politiche già note e provenienti da altri movimenti: l'esempio più illuminante può essere Barbara Saltamartini, decisamente solita a migrazioni politiche (ex An, poi Pdl, poi Ncd, ora Lega). Poi, la circostanza per cui non esiste ancora una sede ufficiale, nè tantomeno uno statuto. Neppure è un caso che Salvini abbia eletto il fedele Gianmarco Centinaio, che pure viene da Pavia, a capo del movimento, scelta che peraltro ha creato non pochi mal di pancia. «Salvini ha imposto Centinaio che viene da Pavia, che è la metà del più piccolo municipio di Roma, non la conosce, e hanno fatto fuori chi aveva aderito al progetto», ha detto al Giornale Marco Pomarici, ex consigliere di Noi con Salvini al Comune di Roma.

La bega romana
Ma già l'ottobre scorso c'era chi parlava di una vera e propria "bega romana" per Noi con Salvini. Al centro della matassa, i malumori della Saltamartini nei confronti di Volpi, vicepresidente del movimento. Anche in passato, non erano mancate le polemiche a causa di alcune nomine effettuate per i coordinamenti dell’hinterland romano e delle province laziali. Per non parlare, poi, del tema del passaggio dei consiglieri municipali annunciato e non formalizzato. A ciò, si sono aggiunte le critiche della dirigenza salviniana  nei confronti di parlamentari di altri partiti avvicinatisi a Noi con Salvini prima dell'estate, e poi non più pervenuti. Ad aggiungere benzina sul fuoco, pare essere stata la decisione di Giorgia Meloni di candidarsi a sindaco di Roma. Tanto che una parte di esponenti capitolini che nei mesi scorsi avevano aderito al progetto del leader leghista per Roma hanno di recente annunciato il loro ritorno a Forza Italia. Nella lista, in particolare, l’ex consigliere capitolino Marco Pomarici, quello municipale Luca Aubert e l’ex minisindaco Massimiliano Lorenzotti e l’esponente Massimiliano Tommasi. Alla base del malcontento, ci sarebbe la scarsissima «romanità» del coordinamento romano scelto da Salvini: proprio a partire dal pavese Centinaio, di cui abbiamo già parlato.

Perché la Pivetti
E qui torniamo a Irene Pivetti. La sua scelta come capolista ha le sue radici nelle gazebarie, dove l'ex presidente della Camera è risultata in testa, sorpassata soltanto da Alfio Marchini. Così, dopo essersi allontanata dalla politica per qualche tempo - ed essersi dedicata alla tv, al giornalismo e all'imprenditoria - la milanese Pivetti è tornata in casa leghista, e lo ha fatto a Roma. Si può ipotizzare che Salvini l'abbia scelta come capolista per cercare di dare slancio alla propaggine capitolina della Lega, che sembra avere decisamente qualche problemino.Soprattutto per quanto riguarda Noi con Salvini, che pare faticare decisamente a fare ciò per cui è stato creato. Chissà se queste elezioni potranno dargli il giusto slancio.