29 marzo 2024
Aggiornato 16:00
Conferenza stampa al Senato

Regeni, la madre: Sul viso di Giulio ho visto il male del mondo

Dolore e rabbia nelle parole dei genitori di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo a gennaio, che, oggi al Senato, hanno tenuto una conferenza stampa con Luigi Manconi

ROMA - I genitori di Giulio Regeni, il giovane ricercatore ucciso al Cairo, tengono uan conferenza stampa al Senato insieme al senatore Luigi Manconi, Presidente della Commissione per i diritti umani e il padre del giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto. 

«Un ragazzo del futuro»
«Non avete idea del male che c'era su quel viso, che gli avevano fatto, ho visto il male del mondo», ha detto Paola Regeni parlando delle condizioni del figlio al momento della autopsia. «Abbiamo baciato ed accarezzato quel corpo. Poi mi sono immaginata tutto quello che ha subito. L'ho riconosciuto dalla punta del naso, ma per il resto non era lui». Il padre Claudio poco prima aveva chiarito che Giulio stava passando un periodo molto felice della sua vita, «sia dal punto di vista di vista personale che del lavoro». E «questo per ricordare a tutti che Giulio era andato in Egitto a fare ricerca - ha detto ancora la madre - era un ragazzo come tanti invece è morto sotto tortura. Non era un giornalista né una spia, ma un ragazzo contemporaneo che studiava. Anzi un ragazzo del futuro». La famiglia di Giulio, ha detto l'avvocato Alessandra Ballerini, sta per formalizzare la nomina di legali anche in Egitto. Finora c'è stata una «piccola marcia indietro» rispetto alla versione secondo cui Giulio era stato ammazzato da cinque persone, uccise dalle forze di sicurezza egiziana, c'è stata «soltanto grazie alla mobilitazione del Paese».

«Giulio non era nei servizi segreti»
«Non era una spia; era un ricercatore, era un ragazzo del futuro, lui come tanti altri giovani che vanno nel mondo», ha detto Paola Regeni, la madre di Giulio. «Avere un figlio via all'estero da 14 anni può far pensare che ci sia lontananza dai genitori, ma chi ha figli in giro per il mondo sviluppa con il proprio una relazione a distanza fortissima che a volte non ha chi ha il figlio che torna a casa in ogni sera», ha aggiunto la madre di Giulio, ribadendo: «Quindi posso dire che mio figlio non era nei servizi segreti, con il massimo rispetto di coloro che svolgono questo lavoro».

Era solo un ricercatore
Anche Claudio Regeni, il padre del giovane, rispondendo alle domande dei giornalisti ha sottolineato: «Niente faceva pensare a un lavoro sottobanco, tutto ciò che ci raccontava non fa pensare che facesse qualcosa che non fosse strettamente correlato al suo lavoro di ricercatore», quindi «noi lo abbiamo escluso che fosse nei servizi, e possiamo dire che non abbia mai avuto contatti con i servi segreti».

Nessun elemento riconduce a quel lavoro
Nel corso della conferenza, l'avvocato Alessandra Ballerini, che assiste la famiglia Regeni, ha dato conto anche di altri elemento che escludono questa possibilità: «Ci sono i conti correnti e il suo stile di vita che lo comprovano, era di una sobrietà tale da usare i vestiti del padre per non spendere e non gravare sulle spese familiari», e ancora: «Abbiamo letto le chat con i familiari e con tutti gli amici e non c'è niente che possa indurre ma neanche minimamente il sospetto che svolgesse attività diversa da quella della ricerca». «E - ha aggiunto - non ne aveva neanche il tempo, se solo vedeste la mole di appunti che aveva, lo capireste».

Senza Giulio una vita diversa
«Cosa proviamo ora che Giulio non c'è più? Ci sono momenti di rabbia, forse più miei che di mio marito, perché siamo diversi e un grande dispiacere, il grande dispiacere di non avere più Giulio»: ha detto Paola Regeni. «Che Giulio non ci sia più - ha soggiunto - cambia completamente la vita, non solo la nostra ma anche della sorella, dei suoi amici, che sono di tutte le parti del mondo, del paese, Fiumicello, di tutti. Ha cambiato la vita di tutti perché lui poteva dare una mano al mondo»«Però - ha detto la donna, riprendendo con una voce più ferma - noi adesso stiamo parlando di torture ed Egitto, di cui prima non si parlava, Egitto Paese sicuro? Forse da oggi e prima? Faccio io una domanda agli altri», ha concluso rivolgendosi ai giornalisti in conferenza stampa.