18 aprile 2024
Aggiornato 04:30
il candidato sindaco strizza l'occhio ai romanisti

Comunali, Marchini: «L'As Roma deve avere il suo stadio senza se e senza ma»

Il candidato a sindaco di Roma ai microfoni di Rete Sport ha parlato della costruzione del nuovo impianto di proprietà del club giallorosso

ROMA - «Sono profondamente convinto che la Roma debba avere un suo stadio, senza se e senza ma. Voglio evitare però che ci possano essere problemi di trasporto o ambientali». Questa la posizione di Alfio Marchini, candidato a sindaco di Roma, che ai microfoni di Rete Sport ha parlato della costruzione del nuovo impianto di proprietà del club giallorosso.

Marchini: Serve tempo per fare le cose per bene
«Questa iniziativa per esser fatta ha bisogno di approfondimenti: la Roma-Lido, le simulazioni del traffico. Per me la giunta Marino non ha approfondito abbastanza queste problematiche. Ci deve essere un criterio che vale sia per la Roma che per la Lazio. Non sono contrario allo stadio della Roma e ricordo ancora le prime idee della dirigenza Viola. Il pezzo di strada fatto da questa dirigenza è stato importante. Stimo Parnasi e io votai contro solo perché non c'era coerenza con quello che richiedeva la città. Serve trasparenza e chiarezza, senza alcuna fretta. Le cose vanno fatte bene per i romani e i romanisti. Non vedo l'ora di vedere una partita della Roma in uno stadio di proprietà. Serve una risposta e la possiamo dare in maniera rapida ed esaustiva. Non credo poi che si debba spostare il progetto da Tor di Valle, l'area non è un problema».

Il nuovo stadio deve essere una pietra fondante di aggregazione
Sui problemi di accesso allo stadio Marchini ha infine dichiarato che «una delle cose che mi ha spinto a far politica a Roma è il fatto che non ci sia più la comunità di quartiere, di popolo e anche dello stadio. Era un momento di partecipazione e condivisione. Chi ci governa sta snervando la società, togliendo i giusti momenti di aggregazione fisica. Rimane solo quella virtuale. Noi dobbiamo risvegliare il senso di appartenenza e comunità. Io difendo Totti, ad esempio, perché è fondamentale difendere le bandiere. Quando eravamo giovani ce n'erano tante, ora stiamo perdendo le nostre radici. Anche il nuovo stadio deve essere una pietra fondante di aggregazione e comunità", ha concluso il candidato sindaco.