12 ottobre 2025
Aggiornato 16:30
Numeri e esempi sul campo

Minaccia terrorismo, la parola d'ordine è homeland security

E se il Giubileo è sulla carta uno dei perimetri a maggior rischio di terrorismo, e di terrorismo 3.0 made in Isis che come per Parigi necessita logistica, safe houses, comunicazioni, sopralluoghi, analisi del rischio, parlando di prevenzione non mancano le esperienze di sorveglianza integrata (terra, aria, acqua e rete) alle quali rifarsi.

ROMA - La minaccia Isis di attacchi analoghi a quelli tragici di Parigi, o addirittura più eclatanti, ha blindato le principali capitali europee. A cominciare da Roma, che attende con i nervi tesi l'apertura ormai imminente dell'Anno santo giubilare straordinario della Misericordia. Il piano sicurezza capitolino è stato presentato, più controlli, più uomini in campo ma soprattutto più occhi informatici a vigilare e, se possibile, prevenire.

Anche il premier Matteo Renzi, all'ultimo Digital Day di Torino, ha parlato di tecnologia e sicurezza, considerando importante l'intensificazione dei controlli, l'uso delle banche dati, delle telecamere e dei cosiddetti «tag» per il riconoscimento. E' la cosiddetta homeland security, e se il Giubileo è sulla carta uno dei perimetri a maggior rischio di terrorismo, e di terrorismo 3.0 made in Isis che come per Parigi necessita logistica, safe houses, comunicazioni, sopralluoghi, analisi del rischio, parlando di prevenzione non mancano le esperienze di sorveglianza integrata (terra, aria, acqua e rete) alle quali rifarsi per l'adozione di misure di sicurezza interna preventive ed efficaci.

Tra gli esempi da citare certamente c'è quanto fatto nel Regno Unito per le Olimpiadi estive del 2012 di Londra (non esenti da critiche soprattutto per i costi elevatissimi) e, più vicino nel tempo e nel territorio, certamente l'esperienza di Expo. Ed ovviamente l'esperienza nella sicurezza interna delle forze di polizia e dell'intelligence israeliana: basti ricordare che in soluzioni di cyber security ed homeland security Israele fattura oltre 4 miliardi di dollari solo in esportazioni.

Prima Londra comunque: la stima degli uomini delle forze dell'Ordine impegnati sul campo è stata prossima alle 15 mila unità, insieme a circa 17 mila membri delle forze armate. Supporto operativo è stato fornito dalla Royal Navy con navi nel Tamigi, dagli Eurofighter della Raf, dalle batterie missilistiche terra-aria. La forza di sorveglianza complessiva messa in campo è stata di 40 mila unità. Un record per i Giochi, tre volte in più che per le Olimpiadi di Vancouver 2010.

Motoscafi, elicotteri, missili, controllo dello spazio aereo e del terreno, cyber security. Ma non solo: lo screening davvero orwelliano ha riguardato circa 380 mila persone, tra atleti, tecnici e volontari, ed ha riguardato soprattutto l'uso intensivo di scanner integrati biometrici e telecamere a circuito chiuso dotate delle più sofisticate tecnologie automatiche di riconoscimento facciale e di comportamento. I Tag già citati da Renzi, insomma. Tecnologie poi come detto da almeno due decenni attive con successo in Israele, dove la prevenzione di attentati o gesti violenti riuscirebbe a fermare più del 90% della minaccia potenziale.

Tornando a Londra 2012, si schierarono a supporto inoltre 13.500 riservisti militari, e contingenti internazionali di Polizia, tra cui 1.000 agenti Usa. Ma le Olimpiadi londinesi sono state anche il banco di prova principale del nuovo millennio per l'installazione e l'espansione di misure di sorveglianza permanenti, con la condivisione dei dati tra le forze di sicurezza in Europa su chiunque si potesse considerare sospetto.

Da Londra a Milano: per una durata maggiore, e superiore certamente per numero di visitatori (almeno di 4 volte) anche se su uno spazio nettamente più piccolo da controllare, c'è l'esperienza recentissima di Expo 2015: sistemi per la videosorveglianza e videoanalisi, rilevazione del fumo, comunicazione di emergenza vocale con il pubblico, sistemi di comunicazioni sicure per gli operatori professionali basati su standard Tetra, tra i più avanzati anche in campo militare.

A scendere in campo è stata Finmeccanica, con Selex, che ha fornito il Main Operation Centre, un "centro operativo di gestione" utilizzato dall'organizzazione di Expo e dagli operatori di sicurezza, con anche una rappresentazione satellitare cartografica in 3D di alcune aree del sito espositivo, realizzata da e-GEOS (Telespazio/Agenzia Spaziale Italiana).

Il sistema offre una visione immediatamente fruibile di quanto avviene negli spazi monitorati. Grazie agli strumenti disponibili (apparecchi Tetra, tablet o altro), l'operatore può mettersi direttamente in contatto con il personale impiegato sul campo e verificare la natura di anomalie segnalate dai sistemi di sicurezza, di comunicazione, di alimentazione, o contribuire a indirizzare i servizi di emergenza e di pronto intervento.

Ad Expo sono state più di le 700 telecamere installate tra il perimetro dell'intera esposizione, le vie principali e i padiglioni, ed oltre 300 terminali TETRA per gli operatori di Expo e dei padiglioni.

Le soluzioni progettate a partire dall'analisi dei rischi e concepite per proteggere il territorio da potenziali attacchi, in questo caso terroristici, non possono comunque essere predeterminate rispetto al perimetro coinvolto o da coinvolgere. Nel caso di un pacchetto completo, come la minaccia attuale richiede, il Giubileo ad esempio, gli analisti segnalano che non si può non tenere conto di soluzioni di sicurezza in grado di integrare ogni tipo di componente: dalla sorveglianza aerea - anche tramite droni - alla videosorveglianza e video analisi, ai sistemi di controllo degli accessi e all'anti-intrusione, dalle comunicazioni professionali sicure alla cyber security e all'intelligence, fino appunto alla realizzazione di centri di comando e controllo in grado di integrare tutti i dati in uno scenario sinottico. Una tecnologia security di punta che l'industria italiana già permette, ed esporta. Un esempio su tutti, la piattaforma tecnologica City-OS di Selex ES, per la previsione e gestione di situazioni di crisi in grado di integrare i dati di sensori, satelliti e reti.