31 luglio 2025
Aggiornato 06:00
Dopo i terribili attacchi a Parigi

L'Italia alza a 2 il livello di allerta. A Roma 700 militari, stretta sul web

L'Italia era pronta ma il dramma di Parigi ha, ovviamente, fatto trarre le immediate conseguenze dalla carneficina francese facendo innalzare nel nostro paese l'allerta al livello due, lo scalino precedente a quello massimo

ROMA - L'Italia era pronta ma il dramma di Parigi ha, ovviamente, fatto trarre le immediate conseguenze dalla carneficina francese facendo innalzare nel nostro paese l'allerta al «Livello due», lo scalino precedente a quello massimo. Un livello di sicurezza che, però, sta confrontandosi con uno scenario nuovo. Se fino ad oggi, infatti, si è sempre parlato di «lupi solitari» e di controlli particolari degli obiettivi sensibili, proprio la dinamica degli attacchi parigini hanno fatto emergere due varianti inedite. Il nuovo profilo «militare» degli attentatori ed il fatto che gli obiettivi scelti hanno colpito anche luoghi di aggregazione, come ristoranti e teatri, difficili da poter individuare e, quindi, controllare.

Maggiori controlli sul territorio
E' così che le nostre forze di sicurezza (forze dell'ordine e intelligence) sembrano stiano riadattando e aggiornando quelli che oggi lo stesso ministro dell'Interno, Angelino Alfano ha definito i «protocolli operativi» aggiungendo anche che, ad esempio, per un altro appuntamento impegnativo come quello del prossimo Giubileo «si potrebbe giungere ad altre valutazioni». Se fino ad oggi si è parlato di sicurezza «diffusa», c'è la consapevolezza ora che anche i possibili obiettivi del terrore sono altrettanto «diffusi» e ciò comporta una maggiore e capillare diffusione dei controlli sul territorio «nelle sue specificità e territorialità», senza dimenticare, ovviamente, il presidio tradizionale: quello, appunto, degli obiettivi «sensibili», già oggi presidiati anche con l'aiuto delle forze armate.

Prevenzione
Ma c'è di più. Quello che sta apparendo chiaro ai responsabili della nostra sicurezza è anche che la prevenzione non può più fare a meno del costante e sempre più sofisticato monitoraggio e conoscenza del web. Una mole di dati e possibili indizi che poi vengono puntualmente riscontrati dalla polizia sul terreno.

700 militari a Roma
Intanto si considera «accresciuto e significativo» il rischio per il nostro Paese e, quindi, ha spiegato sempre il ministro Alfano, ad esempio, a Roma verranno al più presto schierati altri 700 militari sul terreno mentre i prefetti (raggiunti da una circolare del Viminale) dovranno far conoscere le loro esigenze sul territorio, con le proprie specificità. Rafforzati anche i controlli nei luoghi di culto islamici in chiave anti-predicatori dell'odio e i controlli alle frontiere. In particolare quella verso la Francia ma controlli sono stati elevati anche in tutti gli altri valichi, negli aeroporti, nei porti, nelle stazioni ferroviarie e sulle grandi arterie.

Rischio proselitismo
I nostri 007 hanno, infine, posto l'attenzione sul «rischio proselitismo» nelle carceri. Ed è per questo che il Viminale ha già provveduto, in collaborazione con la polizia penitenziaria, a rafforzare il monitoraggio nei penitenziari. Questo anche nella coscienza, come ha spiegato Alfano, che pur di fronte alla provata efficienza del lavoro di prevenzione fino ad oggi compiuto «nessun Paese è a rischio 0». Una prevenzione che ha intanto portato, dagli inizi del 2015 ad oggi ad espellere 55 persone ritenute legate all'estremismo islamico, a chiudere luoghi di culto dove si predicava lo jihadismo, ad effettuare 147 arresti e ad indagare 325 persone.

(Con fonte Askanews)