28 agosto 2025
Aggiornato 03:30
un bottino da 20 milioni di euro

Sud pontino, sequestrato il patrimonio dell'imprenditore vicino al Clan dei Casalesi

Vincenzo Zangrillo, ex fabbro-carrozziere, era diventato il re delle cave di marmo

ROMA - Oltre 200 camion, due cave di marmo, società, terreni e immobili per un valore di oltre 20 milioni di euro sequestrati all'imprenditore di Formia, Vincenzo Zangrillo. E' il bilancio dell'operazione degli investigatori del Centro Operativo Dia di Roma nelle province di Latina, Frosinone, Napoli, Isernia e Caserta. I provvedimenti sono stati firmati dal Tribunale Penale di Latina.

Zangrillo, il re delle cave di marmo
Zangrillo, proprietario di cave di marmo e di società operanti nel trasporto merci su strada, nello smaltimento rifiuti e nel commercio di autovetture e autoveicoli, sarebbe vicino al Clan dei Casalesi. Con un passato di fabbro-carrozziere, nel corso degli anni Zangrillo ha fatto registrare una improvvisa e quanto mai ingiustificata espansione economica affermandosi come imprenditore, in svariati settori commerciali, diventando titolare, direttamente e/o indirettamente, di numerose società operanti nella gestione di cave di marmo (con commercializzazione del "Coreno Ausonio" uno dei marmi più pregiati utilizzati per la costruzione dei porti), nel trasporto di merci su strada, nel commercio all'ingrosso di altri materiali da costruzione, nello smaltimento di rifiuti, nella locazione immobiliare di beni propri e nel commercio di autovetture ed autoveicoli.

Un patrimonio alimentato dalle attività criminali contestate
Le indagini degli uomini della Dia di Roma hanno permesso di dimostrare il nesso tra l'espansione del suo patrimonio individuale e imprenditoriale e le attività illecite commesse nel corso degli anni dallo stesso Zangrillo. Infatti, l'uomo, oltre a frequentare e avere rapporti d'affari con imprese controllate dal clan dei Casalesi, risulta essere gravato da numerosi precedenti penali, tra cui associazione a delinquere, riciclaggio e traffico internazionale di autoveicoli, nonché denunciato per traffico internazionale di sostanze stupefacenti, di rifiuti illeciti ed insolvenza fraudolenta, avendo accumulato nel corso degli anni con i suoi camion mancati pagamenti dei pedaggi autostradali. Le verifiche degli investigatori hanno evidenziato come il suo patrimonio fosse cresciuto parallelamente alle attività criminali contestate, sino a raggiungere le dimensioni attuali, a fronte di redditi dichiarati al fisco nettamente inferiori alle capacità economiche dimostrate. (Fonte Askanews)