17 agosto 2025
Aggiornato 14:00
C'è chi gioisce del nuovo progetto, e chi pensa a un nuovo centro

Centrodestra in fermento tra nuove alleanze e rotture definitive

La manifestazione di Bologna ha rimesso in discussione il futuro politico del centrodestra. E se molti salutano la nuova collaborazione come la nascita di un nuovo progetto, c'è anche chi (come Cicchitto) ritiene ormai opportuno votarsi a un nuovo centro a sostegno del governo

ROMA -  Dopo la manifestazione di Bologna di domenica, il centrodestra è in fermento. C'è chi continua a esprimere entusiasmo per il nuovo progetto (ancora tutto da costruire), e chi, invece, si interroga sulle sue reali possibilità di vittoria. Chi ha le idee chiare è la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. Silvio Berlusconi «è sicuramente un protagonista della politica italiana, purché non decida di giocare lo stesso ruolo che ha giocato vent'anni fa, negli ultimi vent'anni, come se Maradona volesse tornare a giocare nel Napoli. Può essere un ottimo allenatore, un ottimo presidente di squadra, un ottimo tante cose, ma non un'ottima punta». Lo dice Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24. «Forza Italia è sicuramente una parte consistente (del centrodestra, ndr) - spiega Meloni - e finché gli italiani continueranno a suffragare il partito di Berlusconi, bisognerà fare i conti con il partito di Berlusconi, è democrazia anche questa».

Toti: uniti si vince
Si rallegra della collaborazione tra Fi, Lega e FdI il governatore ligure e consigliere politico di Forza Italia, Giovanni Toti. «Stare uniti è una necessità assoluta e i nostri elettori lo hanno compreso prima delle classi dirigenti», ha dichiarato Toti, parlando della partecipazione di Berlusconi alla manifestazione della Lega Nord a Bologna e del rischio di uno spostamento a destra della coalizione. «Non sono appassionato - ha precisato Toti - di misurazioni con il goniometro, di quanto ci siamo spostati in gradi verso destra o sinistra» ma «se non fossimo stati tutti insieme non governeremmo questa regione, non governeremmo la Lombardia e neppure il Veneto. Spero - ha aggiunto - che saremo tutti insieme per governare Torino, Milano, Roma, Napoli e Genova quando si voter໫Io - ha sottolineato il governatore ligure - credo che ci siano meno differenze tra elettori di Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e di quel centro che si riferisce a noi che non tra le classi dirigenti spesso arrovellate in sofismi e teoremi che gli elettori ormai capiscono poco. Detto questo - ha proseguito - Forza Italia ha una sua identità, la Lega ha la sua come è giusto che sia, Fratelli d'Italia anche ma quello che ci divide è molto meno di quello che divide le correnti del Pd»«Per vincere - ha ribadito Toti - dobbiamo stare insieme e l'Italicum, se non cambierà la legge, a oggi ci porta addirittura a dover pensare ad una lista unica del centrodestra per il 2018 se vogliamo essere competitivi. È bene - ha concluso - che tutti se ne facciano una ragione e remino nella stessa direzione».

Cicchitto: serve un nuovo centro
Ma non tutti nutrono questa coalizione. Anzi, pare che la nascita della nuova «coalizione» abbia anche sdoganato la posizione di chi, da destra, sostiene l'operato del premier. «Dopo che a Bologna è emerso in modo assai evidente che l'attuale centro-destra non ha più nulla a che fare con quello precedente perché è a trazione leghista-lepenista, dopo gli insulti di Salvini ad Alfano che non sono stati solo una manifestazione di bullismo ma anche la comunicazione politica di una totale rottura, e anche dopo la nascita di Sinistra Italiana, ci sembra assolutamente necessario che il Ncd, l'Udc, Tosi, Scelta Civica e le altre forze di centro che sostengono il governo lavorino per l'aggregazione di un nuovo centro». Lo ha detto Fabrizio Cicchitto di Ncd. «Questo nuovo centro - ha aggiunto - deve coprire proprio lo spazio lasciato libero dalla estremizzazione di Lega Nord, Forza Italia, Fratelli D'Italia. Se non si fa tempestivamente un'operazione di questo tipo si verrebbe meno ad un'esigenza politica fondamentale per riequilibrare il nostro sistema politico. Questo centro, in coerenza con la sua collocazione di governo, deve verificare se esistono le condizioni per un'alleanza politica con Renzi, cosa che auspichiamo. Qualora queste condizioni non esistessero allora il centro dovrebbe andare da solo». Del resto, dopo gli attacchi di Salvini ad Alfano dal palco di Bologna sembra traballare la stessa alleanza tra Ncd e Lega nel lombardo, che fino a pochi giorni fa era presentata come un buon modello di collaborazione.

Zaia: la Lega riempie le piazze
Sul preminente ruolo della Lega si è invece espresso il presidente del Veneto Luca Zaia. «Penso che i cittadini sceglieranno un leader tra i leader che avrà un buon progetto di governo ma che sa anche esprimere una leadership. Oggi la piazza torna ad essere protagonista. Chi sa parlare alla piazza, sa parlare al popolo e ha sicuramente la strada spianata», ha detto Zaia a margine del punto stampa a Venezia commentando il significato della svolta presa dal suo partito alla luce della manifestazione di domenica scorsa a Bologna. «La piazza - ha aggiunto - deve trovare qualcuno che indichi la via e che è sempre leader. La piazza oggi è qualcosa di fisico che esiste e dà la dimensione di quanto i cittadini siano interessati alla politica. Magari qualche anno fa non era così», ha concluso Zaia. «La Lega c'è ed è presente. La Lega riempie le piazze e ieri si è parlato anche del centrodestra. Penso che Matteo Salvini abbia dimostrato fino in fondo di essere un leader in un momento storico nel quale il cittadino non sceglie il colore politico o la casacca, ma sceglie le leadership». Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, parlando della manifestazione di Bologna a margine dell'assemblea di Confindustria Verona. «Renzi - ha proseguito Zaia - lo ha dimostrato da segretario di un partito di sinistra, di avere anche avuto la possibilità di parlare a un elettorato moderato. Le prossime competizioni saranno tra leader».

(Con fonte Askanews)