25 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Si è usato il «metodo Condorcet»

M5s, Bedori candidata per Milano. Pd in rivolta sulle «Casaleggiarie»

L'elezione della candidata a sindaco di Milano per l'M5s Patrizia Bedori è avvenuta con il cosiddetto «metodo Condorcet». Che ha attirato un mare di critiche dal Partito democratico

ROMA - Il M5S a Milano dopo un giorno di voto tra gli iscritti ha deciso di candidare per la poltrona di sindaco Patrizia Bedori.La 52enne disoccupata e diplomata in comunicazioni visive ha infatti battuto i due favoriti Livio Lo Verso e Gianluca Corrado (secondo e terzo stando alle prime indiscrezioni). «Sono emozionata di far parte di questa bellissima comunità», ha detto Bedori subito dopo l’annuncio. «Spero di cambiare davvero Milano. Ora la voce va data ai cittadini: lo dice anche il primo articolo della Costituzione».

Metodo Condorcet
L’elezione è avvenuta secondo il cosiddetto «metodo Condorcet»: per ogni candidato si poteva esprimere un voto da 1 a 8. I dati ufficiali saranno diffusi a partire da domani, ma secondo alcune indiscrezioni questa sarebbe la classifica di gradimento finale in ordine decrescente: Patrizia Bedori, Livio Lo Verso, Gianluca Corrado, Franz Forcolini, Antonio Laterza, Fulvio Martinoia, Matteo Cattaneo e Walter Monici. Circa 300 le persone che si sono presentate all’auditorium Valvassori Peroni nell’arco della giornata (si votava dalle 11 alle 18).  Non si sono visti Gianroberto Casaleggio e il figlio Davide. Il deputato Manlio Di Stefano ha provato a telefonare al fondatore M5S, ma «aveva il cellulare staccato». Potevano votare gli iscritti certificati e abitanti del capoluogo lombardo, mentre i candidati sono stati segnalati ciascuno dai meetup di ogni zona.

«Mistero inglorioso»
Eppure, il metodo utilizzato dai pentastellati per la scelta del candidato sindaco ha attirato sin da subito le critiche del Partito democratico. «Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista sempre pronti a dichiarare, oggi restano muti di fronte alla sceneggiata delle Casaleggiarie», commenta Alessia Rotta, responsabile Comunicazione del Pd. Fa eco la deputata Simona Malpezzi: «La scelta dei candidati 5 stelle a Milano è un mistero inglorioso. Zero trasparenza, seggi blindati senza sapere chi e quanti abbiano partecipato a quella che ha l'aspetto di una selezione per entrare in una setta. Come al solito l'ennesima farsa contrabbandata per democrazia».

«Procedura oscura» 
«Predicano bene e razzolano male. I Cinque stelle da quando esistono parlano e parlano, fanno la morale a tutti, predicano trasparenza, democrazia e coinvolgimento dei cittadini. E poi, dopo tante parole, i fatti: indicono le 'casaleggiarie' a Milano e scelgono il candidato. Ma come non è dato sapere. Seggio blindato, nessuna comunicazione sul numero dei voti e dei votanti, su chi è arrivato secondo, sui criteri generali. Una procedura a dir poco oscura come oscura resta, per i cinque stelle, ogni più banale regola democratica». Così il senatore del Pd Raffaele Ranucci.

«Setta»
«Le scelte del M5s per le prossime amministrative sembrano più quelle di una setta che di un movimento politico. Nessun dato, né su partecipanti, né sui voti. Incredibile che abbiano il coraggio di dare lezioni di democrazia e trasparenza: noi abbiamo sempre fornito i numeri della partecipazione, sempre popolare. Per loro sarebbe stato più semplice. Vista la scarsa presenza ai seggi bastava contarli durante le votazioni». Lo afferma in una nota il deputato del Pd Marco Di Maio.

«Parodia della democrazia»
Per il deputato del Pd Ernesto Carbone "I candidati dei 5 stelle scelti con meccanismi e metodi che sono una parodia della democrazia. Le regole del blog valgono per tutti e quindi completa assenza di trasparenza in una votazione di cui nessuno sa niente. Forse neanche quelli che vi hanno partecipato. L'ennesima presa in giro da parte dei capi che controllano anche i sospiri dei loro adepti».

(Con fonte Askanews)