Veronesi boccia la Lorenzin sulle multe ai medici
Bocciata dall'oncologo Umberto Veronesi la norma che multa i medici in caso non rispettino l' appropriatezza nelle prescrizioni di esami e analisi
ROMA - «Un'idea sbagliata, che svilisce il rapporto di fiducia tra i medici e lo Stato, e può portare soltanto alla medicina "astensiva", cioè ai medici che si riparano le spalle evitando di prescrivere». Bocciata dall'oncologo Umberto Veronesi la norma che multa i medici in caso non rispettino l' appropriatezza nelle prescrizioni di esami e analisi: «Bel risultato - osserva dalla sua consueta rubrica sul settimanale Oggi - . Se la medicina "difensiva" spinge i medici a prescrivere troppo, quella "astensiva" potrebbe portare a prescrivere troppo poco, privando i cittadini dell'imprescrittibile diritto alla protezione della salute. E si creerebbe un vuoto in cui s'infilerebbe il business delle assicurazioni private di malattia. Anche qui, bel risultato».
Bocciatura di Veronesi
Niente tregua nella querelle fra ministro e medici sulla decisione di porre limiti alle prescrizioni per esami diagnostici. A dare man forte ai medici di base, fra i più agguerriti nel rivendicare l'inadeguatezza della norma, arriva l'intervento dell'oncologo, ex ministro della Salute, che pur comprendendo l'esigenza di porre un argine agli esami inutili - «L'elenco dei 208 esami e interventi specialistici sottoposti alle "condizioni di erogabilità" ha come obiettivo quello di arginare un'alta marea di prestazioni inappropriate, che costa ben 13 miliardi all'anno», dice - critica il provvedimento: «I medici sono minacciati di multa se faranno prescrizioni che non rispettano i criteri di erogabilità delle prestazioni. Secondo me (e non lo dico per corporativismo) è un'idea sbagliata, che svilisce il rapporto di fiducia tra i medici e lo Stato». Il ministro Lorenzin ribadisce che non si tratta di tagli, che le 208 prestazioni limitate «si faranno solo in modo più appropriato», e soprattutto che «il medico è e resta sovrano delle scelte», ma sottolinea che risparmiare fondi spesi in modo inappropriato porterà a combattere la medicina difensiva, ma anche a una migliore organizzazione per abbattere le liste d'attesa.
Cittadini meno tutelati
Ma il tema è controverso: «È vero che nella pratica corrente molte visite non rispondono a un evidente beneficio per la salute e possono a buon conto definirsi inappropriate, spesso frutto della c.d. medicina difensiva, con evidenti costi per il sistema. Ma se per combatterle si riducono le tutele ai cittadini, cioè si riducono i livelli essenziali di assistenza gratuita (LEA) e si ingabbia l'autonomia clinica del medico costringendolo a prescrivere secondo compatibilità e risparmio, allora il decreto in questione puzza di taglio lineare», denuncia oggi l'Associazione Giuseppe Dossetti- I Valori. Il risparmio, sottolinea il segretario nazionale Claudio Giustozzi, «deve avere come obiettivo la fonte principale di sprechi, che è la disorganizzazione del sistema, il moltiplicarsi di apparati burocratici, che tolgono risorse al settore delle prestazioni. Così facendo, si rischia di allontanare ancora di più il paziente, che rinuncerà a curarsi o andrà nel privato. Un sistema che ha tutto meno dei caratteri di gratuità ed universalità di cui all'Art. 32 della Costituzione. Un sistema senza futuro» .
(con fonte Askanews)