28 agosto 2025
Aggiornato 01:30
Mezzi pubblici al collasso

Settimana d'inferno sui binari di Roma

Tre blocchi del servizio in una settimana per la ferrovia Roma-Lido, che lo stesso assessore alla Mobilità Stefano Esposito definisce «un’infrastruttura disastrata e ingestibile». La perfetta rappresentazione plastica del caos dei trasporti della Capitale

ROMA – Venerdì 18 settembre, ore 20. A pochi metri dalla stazione di Porta San Paolo un treno si ferma improvvisamente, e i macchinisti sono costretti a far evacuare tutti i passeggeri e a far loro percorrere a piedi sui binari il tunnel che porta a destinazione. Martedì 22 settembre, ore 19.20. Si blocca l'uscita dal deposito dei treni alla Magliana, e sulla Roma-Lido cominciano a saltare corse a ripetizione, proprio durante l'ora di punta. Giovedì 24 settembre, ore 8. Salta la corrente alla stazione di Acilia, per un furto di rame, si pensa inizialmente, poi viene fuori che si è trattato di un cortocircuito: fatto sta che ci vogliono di nuovo tre ore prima che la situazione sulla linea torni alla normalità. La comprensibile esasperazione dei passeggeri tocca i livelli di guardia e proprio ad Acilia si sfiora la rissa con un macchinista. E, come se non bastasse, in quegli stessi minuti un treno si rompe proprio sul primo binario della stazione Lido Centro.

La grinta dell'assessore non basta
Fare l'elenco di tutti i guasti, i disservizi, i ritardi dei mezzi pubblici romani richiederebbe uno spazio molto più ampio. Ma basta la cronistoria di una settimana di ordinaria follia sulla Roma-Lido, che sembra diventata la calamita di tutti i guai dei trasporti capitolini, per avere l'ennesimo esempio plastico della situazione ormai fuori controllo in cui versa Atac. Tre disastri in meno di sette giorni. O, come sintetizza amaramente l'assesore alla Mobilità Stefano Esposito, «ogni giorno un problema». Il senatore piemontese ci ha messo poco a stilare la sua diagnosi, ma per realizzare una cura efficace potrebbero non bastare nemmeno la sua grinta e il suo attivismo: «La Roma-Lido – confessa – è un’infrastruttura disastrata. Noi quello che potevamo fare lo abbiamo fatto: abbiamo messo 22 macchinisti in più. È un’infrastruttura vecchia e ingestibile, per ristrutturarla servono 150 milioni di euro». Soldi di cui certamente un'azienda perennemente in rosso come Atac non dispone.

E tra due mesi arriva il Giubileo
Ma l'obsolescenza dei treni e l'insufficienza dei fondi destinati alla manutenzione spiegano solo in parte il calvario di questa come di molte altre tratte. Molte corse, infatti, vengono soppresse semplicemente per l'assenza dei macchinisti, spesso per malattie non del tutto giustificate. E venerdì 2 ottobre l'Usb ha pensato bene di convocare pure l'ennesimo sciopero di 24 ore. Il Codacons chiede l'intervento della Procura, Esposito risponde valutando il rimborso degli abbonamenti dei pendolari, peraltro piuttosto salati. E il pugno di ferro contro gli assenteisti, a suon di visite fiscali a tappeto. E pensare che questa dovrebbe essere la linea che servirà il nuovo stadio della Roma a Tor Di Valle, per il quale il Comune ha chiesto alla Regione (proprietaria della linea) l'impegno a garantire un treno ogni tre minuti e mezzo, come ha ribadito solo pochi giorni fa l'assessore all'Urbanistica Giovanni Caudo. Al momento tutto ciò sembra pura fantascienza, visto che il trenino non è in grado di gestire nemmeno il regolare flusso dei pendolari che si recano al lavoro o a scuola. A cui, di qui a due mesi, si aggiungeranno anche i turisti del Giubileo. Meno male che loro, almeno, ai pellegrinaggi ci sono abituati, perché se il Comune intende accoglierli con questi mezzi...