24 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Il sindaco-medico parla al Gemelli

Marino: Tecnologia e rapporto umano per curare i pazienti

Al Policlinico Gemelli, il nuovo Centro Nemo per le malattie neuromuscolari. Ad inaugurarlo il primo cittadino, Ignazio Marino: «Trasmettere quel valore umano è più importante di ogni tecnologia. Quello è essere medico, quello è essere infermiere»

ROMA - «Più come medico che come sindaco, credo che quello che vediamo qui al centro Nemo sia importantissimo. Come appassionato di tecnologia, perché nel lavoro chirurgico, medico, ha permesso di abbattere nuove frontiere, sono convinto che come era 2000 anni, così anche tra 2000 anni, qualunque sarà la tecnologia di cui disporremo, e anche oggi, il rapporto tra chi cura e chi viene curato è soprattutto un rapporto tra due persone». Lo ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino inaugurando al Policlinico Gemelli il nuovo Centro Nemo per le malattie neuromuscolari.

Un centro multidisciplinare
Il centro clinico Nemo è un centro multidisciplinare d'eccellenza per la cura e la ricerca sulle malattie neuromuscolari dei bambini e degli adulti. Dotato di 16 posti letto in stanze «intelligenti» con avanzati sistemi di domotica per aiutare il paziente ad essere autonomo, il Centro si caratterizza per l'alta specializzazione nella diagnosi di malattie neuromuscolari e nella gestione delle problematiche connesse all'evolversi della patologia, soprattutto nelle fasi acute. Queste malattie, di cui oggi si conoscono oltre 150 tipi, tra cui Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), distrofie muscolari, atrofie muscolari spinali, rappresentano un grave problema sanitario poiché colpiscono nel nostro Paese circa 40.000 persone.

L'importanza del rapporto umano
«Quell'intimità, quel mettere la mano sulla pancia, visitare, quel trasmettere quel valore umano è più importante di ogni tecnologia. Quello è essere medico, quello è essere infermiere», ha continuato il sindaco Marino. Il primo cittadino ha poi raccolto l'auspicio del rettore del Policlinico Gemelli Franco Anelli: «è importante darci la possibilità di arrivare a chiudere il centro Nemo. Molti ricorderanno che qui in queste mura verso la fine degli anni Ottanta e stato costruito un centro grandissimo per curare le persone affette da HIV, ma oggi quel centro non serve più. Anche l'epatite b e c sono quasi debellate». Questo, ha ricordato il sindaco-chirurgo «è il senso di unire le persone, di promuovere le raccolte di fondi, come fa egregiamente e lo ringrazio Luca Cordero di Montezemolo con la Fondazione Telethon. Tutto questo di idee e di cervelli e quella che si traduce nell'assistere le persone», ha concluso.

(con fonte Askanews)