18 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Agricoltura

Riso pronto per la mietitura con dieci giorni di anticipo

Scongiurati i problemi di siccità di luglio, si prospetta un'ottima annata per il riso vercellese che deve però fare i conti con le importazioni da oriente

VERCELLI - Mietitura anticipata per i 70 mila ettari di riso coltivati nel Vercellese. Passato il problema siccità di quest'estate ora è il momento di avviare le mietitrebbie che arriva in anticipo di una decina di giorni rispetto agli anni passati quando si iniziava a metà settembre a raccogliere i risultati di un intero anno di lavoro. Le alte temperature di luglio, a differenza che per il mais di cui ci sono state perdite in diverse zone dell’alto Vercellese e del Biellese, potrebbero giocare a favore del raccolto di riso di quest’anno: le piante, secondo gli addetti ai lavori, sono in ottime condizioni e non sono state intaccate da malattie.

I numeri fanno ben sperare

Alcune macchine sono già al lavoro, ma tutto dipende dalla varietà del chicco seminato e dai tempi di maturazione dello stesso. Solitamente, dicono gli esperti, se è un’estate positiva per l’uva lo è anche per il riso. Di certo sarà migliore rispetto al 2014, che ha visto una campagna di raccolta negativa con una resa molto bassa. I dati provvisori di Ente risi, stimano la superficie coltivata a riso nel 2015 in Italia, suddivisa per varietà, a 227.000 ettari complessivi, in aumento di 7.500 (+3,4%) rispetto al 2014. Altro fattore positivo nonostante i 45 giorni senza una goccia di pioggia di quest'estate è il vedere pannocchie belle e sane, soprattutto risparmiate dalle malattie come la percularia o il Brusone.

Un'unica nota negativa

Aspettative in rialzo quindi per la stagione di raccolta 2015 «In pochissimi casi, specie nelle zone in cui si è deciso di bloccare il rifornimento di acqua, ci potrebbe essere un mancato raccolto di riso in asciutta - commenta Massimo Camandona, assessore provinciale all’Agricoltura a La Stampa - Per fortuna, quando eravamo al culmine della crisi idrica, ha iniziato a piovere. I risi hanno un buon aspetto - conclude -, peccato che ci sarà sempre l’incognita del mercato: quello che si è riusciti a ottenere dopo una stagione di raccolta si perderà sulle piazze, per via delle continue importazioni del cereale dall’Oriente». Un’invasione che rischia di penalizzare sempre più il principale Paese europeo produttore di riso e detentore della prima e unica dop risicola riconosciuta in Europa, il riso di Baraggia biellese e vercellese.