11 ottobre 2024
Aggiornato 04:30
Il senatore leghista dice la sua a La Repubblica

Calderoli: «Sulla riforma del Senato, non vedo muri invalicabili»

Si dice ottimista, il senatore della Lega nord Roberto Maroni, che, a proposito della Riforma del Senato afferma che non esisterebbero ostacoli invalicabili per «portare a casa questa riforma»: «Il premier mi ha detto che l'accordo si può fare»

ROMA (askanews) - «Io non sono così pessimista. Non vedo muri invalicabili, se non quelli eretti dalla testardaggine di alcuni. Se si usa buon senso, si può portare a casa questa riforma con il 75 per cento dei consensi parlamentari». Lo afferma il leghista Roberto Calderoli in una intervista a La Repubblica sulla riforma del Senato.

Renzi decida come uscire dallo stallo
«Renzi - secondo Calderoli - deve solo decidere se venir fuori da questa storia come colui che ha cambiato la Costituzione o come uno che è andato a sbattere contro un muro». Calderoli, nei giorni scorsi, ne ha parlato direttamente con Renzi. «Gli ho detto: guarda che se tu apri sul Senato elettivo e sul riequilibrio delle funzioni, possiamo fare un bel lavoro. E lui mi ha detto: 'Io non sono mai stato contrario, quello del Senato non elettivo è sempre stato un pallino di Vasco Errani' e su questo mi tocca dargli ragione, mi risulta personalmente. Le uniche clausole a cui Renzi tiene, mi è sembrato di capire,sono che non si rimetta in discussione il numero dei senatori, che lo stipendio da consiglieri regionali sia pagato dalle Regioni stesse e la sottrazione del loro numero da quello complessivo dei consiglieri di ciascuna Regione».

Necessario superare la rigidità Boschi
Dunque su un meccanismo di elezione diretta dei senatori, prosegue il leghista, «lui mi ha detto che se ci fosse ampio consenso su questo punto per lui andrebbe bene, a patto che non passi come concessione alla sinistra pd. Certo, poi bisogna superare anche la rigidità della Boschi. Anche questo me l'ha detto Renzi: il ministro sarebbe più rigido rispetto a lui. Se poi è un gioco delle parti tra loro, non so. Io dico una cosa - conclude Calderoli - Qui nessuno deve legarsi al proprio orticello, agli interessi del proprio partito. Perché i numeri per un'intesa ci sono, se si vogliono realmente portare a casa risultati».