21 marzo 2025
Aggiornato 02:30
La riscossa (tentata) dell'ex Cav

L'ideona di Berlusconi per riprendersi i voti

Via tutti i vecchi arnesi di Forza Italia, spazio all'Altra Italia, un contenitore di volti noti della società civile: dal mondo dello spettacolo a quello dello sport passando per l'imprenditoria. Sulla carta può funzionare, ma ci sono già molti ostacoli

ROMA – Ed eccola, l'ultima ideona firmata Silvio Berlusconi. Da tempo, l'ex Cav si lambiccava il cervello alla ricerca di un modo per recuperare il consenso perso dalla sua Forza Italia. Occorre pescare dal mare dell'astensionismo, era la sua valutazione, dunque da quella maggioranza di italiani ormai sfiduciata dai partiti (azzurri compresi). E come farlo? Con un nuovo contenitore che metta insieme esponenti lontani dalla vecchia politica, provenienti dalla famigerata società civile. C'è già anche il nome: l'Altra Italia.

Volti noti
Tra i tanti nomi che Berlusconi ha in mente, ce ne sono davvero per tutti i gusti. Dal mondo dello spettacolo (Massimo Boldi, Mara Venier) a quello dello sport (il presidente del Coni Giovanni Malagò, quello della Federnuoto europea Paolo Barelli e un non meglio identificato ex campione del Milan), da quello dell'imprenditoria (Diego Della Valle, Urbano Cairo, Benetton e Barilla) a quello della pubblica amministrazione e degli enti locali (Guido Bertolaso e i sindaci di Ascoli Guido Castelli, di Perugia Massimo Romizi, di Cosenza Mario Occhiuto). Resta tutto da vedere, naturalmente, quanti e quali di questi saranno disposti ad accettare. Ma la lista è ricca, una collezione di figurine degna di un casting per un grande varietà Mediaset.

Visione miope
Il problema è che qui non si sta cercando di fare televisione, ma politica. Ed è vero che i vecchi arnesi di Forza Italia non sono il massimo dell'attrattiva per quella fetta di elettorato sempre più schifata dal palazzo, ma sono pur sempre quelli che hanno i voti. Siamo sicuri che questi volti nuovi, per quanto noti, riusciranno a strapparglieli? La storia ci insegna che non sempre è facile tradurre la fama personale in consenso nelle urne. E poi c'è sempre lui, Silvio Berlusconi. Che ha un bel definirsi «padre della patria», ma ormai agli occhi di quell'elettorato che si astiene appare esattamente come tutti gli altri politici di professione, anzi, come il vecchio politico per eccellenza. E a che serve fare una squadra tutta giovane, di under 40 alla Renzi, se poi i capitani portano la dentiera? L'intuizione di Berlusconi, insomma, sembra azzeccata, sulla carta. Ma, come tutte le sue ultime iniziative politiche, rischia di essere impossibile da realizzare concretamente. Per questioni puramente e comprensibilmente anagrafiche, all'ex Cav ormai manca una visione del futuro, a lungo termine. L'unico in grado di restituirgliela sarebbe un successore, un nuovo leader di un'altra generazione. Peccato che l'unico che gli piaceva è finito nel partito avversario.