29 marzo 2024
Aggiornato 16:30
Senatore Divina punta il dito contro il governo

Attentato Bardo, Lega: Isis usa barconi come 'cavalli di Troia’

Per il senatore della Lega nord Sergio Divina è una certezza che sui barconi che arrivano sulle coste italiane siano infiltrati soggetti vicini allo Stato islamico, pronti a minacciare la sicurezza del Paese

ROMA - «Che i barconi siano i 'cavalli di Troia’ dell’Isis per infiltrarsi in Italia è una certezza. Decine e decine di interrogazioni e denunce ad Alfano da parte nostra non sono servite a smuoverlo». Il senatore della Lega nord Sergio Divina, vice presidente del gruppo, commenta così l'arresto del ventiduenne di origine marocchina accusato di essere tra i fautori della strage al museo Bardo di Tunisi dello scorso 18 marzo. «Ha continuato per oltre un anno a negare questa possibilità – continua il senatore riferendosi al ministro dell'Interno –. È ormai chiaro che Alfano non vuole mollare lo scranno ma attende solo la revoca delle sue deleghe. Nessuno, nemmeno questo pessimo governo può tollerare l'ennesimo incidente causato dalla sua incapacità».

Lega nord contro governo Renzi
La Lega nord inveisce ancora contro la negligenza di un governo incapace di gestire l'emergenza, tra sbarchi e possibili infiltrazioni terroristiche tra i profughi. Continua il botta e risposta tra il premier e il ministro dell'Interno da una parte e il segretario del Carroccio, Matteo Salvini. Il governo si difende, plaudendo al successo dell'arresto grazie ad un intenso lavoro di collaborazione dei servizi nostrani con gli 007 tunisini.

Alfano e Renzi si difendono: grande successo
Angelino Alfano nell'informativa alla Camera sull'arresto di Touil, ha affermato che quello italiano è stato un ottimo risultato investigativo. «Abbiamo eseguito un mandato di arresto internazionale sulla base di indagini svolte da un altro Paese con cui abbiamo collaborato ed è lì che va rivolta la domanda», ha spiegato il ministro dell'Interno, che ha continuato: «Abbiamo realizzato una cattura non semplice, grazie al buon funzionamento del sistema delle impronti digitali e del sistema di rintraccio di una persona che aveva fornito un'identità falsa. Tutto ciò che è alla base del mandato di arresto internazionale non è di competenza italiana». Anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dà man forte ad Alfano e, con chiaro riferimento alla Lega, commenta: «Quando viene arrestato un presunto responsabile, non si può dire 'era meglio se non lo fermavamo, almeno non sapevamo'». E continua: «Vorrei stenderlo sul lettino e fargli raccontare che cosa ha fatto da piccolo...».

Salvini: fenomeni immigratori vanno controllati
Il leader del Carroccio, però, non se le manda a dire e presto arriva la dura e secca risposta al governo. Quello che il segretario della Lega nord rimprovera al governo è il non aver prestato orecchio alle proposte del Carroccio: «Quando dicevo affondiamo i barconi vuoti io ero uno sciacallo, se lo dice Renzi è un genio. Ci sono 30 tribù che controllano le coste libiche, andiamo a parlare con loro e chiediamo loro di cosa hanno bisogno. Oppure arrendiamoci, mettiamo il cartello affittasi su Lampedusa e la Sicilia. Ma io non mi arrendo, i fenomeni immigratori vanno controllati e regolati», afferma Salvini.

Touil era in Italia
Intanto gli ultimi sviluppi sul caso dell'arresto del ventiduenne di origine marocchina Abdelmajid Touil, vedrebbero il ragazzo sciolto dalle accuse mossegli da autorità e media tunisini. Secondo le indagini dei magistrati italiani, infatti, Touil a cavallo del 18 marzo 2015 si trovava in Italia. Ad affermarlo è la procura di Milano che ha esaminato i registri della scuola frequentata da Touil, che testimoniano la presenza del ragazzo. Tesi, questa, avallata anche dai docenti: «Il 16 e il 19 marzo confermo che il ragazzo era in classe», riferisce Flavia Caimi, una docente dell'istituto R. Franceschi di Trezzano sul Naviglio. Anche i registri parlano chiaro: Touil risulterebbe presente in classe giovedì 19 marzo, lunedì 16 e martedì 17 marzo.

In corso verifiche per l'alibi
Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia, ha annunciato che sono in corso gli accertamenti sull'alibi del ventiduenne marocchino: «E' in corso un'attenta verifica da parte dell'autorità giudiziaria milanese, soprattutto in merito all'alibi fornito», afferma Roberti. Sembrerebbero dunque smentite le accuse di Tunisi: il giovane non sarebbe implicato nell'esecuzione materiale dell'attentato, mentre le indagini ora cercano di capire se Touil abbia partecipato alla pianificazione della strage.