2 maggio 2024
Aggiornato 09:30
Parla il presidente dell'Unione Comunità islamiche d'Italia

Izzedin Elzir: caro Maroni, cavalcare la paura non può essere la risposta

Dopo la decisione del Governo di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge antimoschee, al DiariodelWeb parla Izzeddin Elzir, presidente dell'Unione Comunità islamiche d'Italia. Che esorta a non ascoltare i politici che parlano più alla pancia che alla mente delle persone, perché abbandonarsi alla paura significa soltanto fare il gioco dei terroristi.

MILANO - Roberto Maroni non ci sta, e, nella sua regione, le moschee proprio non le vuole. «L'impugnativa non sospende l'applicazione della legge. Quindi, certamente, noi andiamo avanti», ha dichiarato, peraltro accusando via Twitter il governo Renzi di  impugnare «ogni legge di Regione Lombardia, che si tratti di moschee, di sanità o di nutrie». «È solo ritorsione ma non ci intimidisce», ha cinguettato infine, seguito a ruota dal Matteo milanese, che, nel suo solito linguaggio colorito, non ha mancato di definire Renzi e Alfano «i nuovi imam». Tant'è. Eppure, c'è chi invece esulta per l'impugnativa della legge che impone, in Lombardia, regole davvero stringenti e limitanti alla costruzione di luoghi di culto non cristiani: tra gli altri, il presidente dell'Unione Comunità islamiche d'Italia (Ucoii) Izzeddin Elzir. Al DiariodelWeb.it, Elzir definisce la decisione del governo «importante, che rispetta la libertà religiosa e parla in maniera molto chiara di questo tema».

ELZIR: CITTADINI PIÙ AVANTI DEI LEGHISTI CHE CAVALCANO LA PAURA DELLA GENTE - «Purtroppo», prosegue Elzir, «una certa realtà politica in Lombardia ha voluto ostacolare questa libertà religiosa in maniera indiretta, attraverso una legge sui luoghi di culto. Perciò credo che sia stato dovere del governo quello di impugnare una legge che non rispetta nè la Costituzione, nè la realtà del nostro Paese». Una realtà ormai sempre più mista, multietnica, che richiede un impegno serio da parte delle istituzioni a riconoscere e promuovere le diversità nella direzione della pace e dell'integrazione. Eppure, al di là delle belle parole e delle buone intenzioni, con la minaccia del Califfato alle porte, il pericolo di contagio fondamentalista sembra sempre più concreto, e di certo fa molto presa sui cittadini. «Sono sicuro che i nostri concittadini siano più avanti di qualche politico che cerca di parlare più alla pancia che alla mente delle persone», ribatte il presidente di Ucoii. Che non nega la paura ormai diffusa, ma sostiene che la si debba superare, «perché l'obiettivo dei criminali e dei terroristi è proprio quello di provocare e cavalcare questa paura». Insomma, tutte le risposte all'insegna della chiusura o dell'intolleranza, secondo Elzir, non fanno che rafforzare i terroristi, e il potere che essi hanno di controllarci. Ecco perché, a suo avviso, la paura non può essere la risposta. E, per dimostrarlo, il leader dell'Unione delle comunità islamiche in Italia cita una famosa frase di uno dei simboli per eccellenza della religione cristiana: Papa Giovanni Paolo II. «Dobbiamo distruggere i muri e costruire ponti», afferma infatti, «perché solo così si può superare la paura». Un appello alla collaborazione, dunque, e una raccomandazione a non fermarsi alle apparenze: le derive possono esistere, ma non è con una legge discriminatoria - accusata di calpestare il diritto di un'intera comunità - che si può riuscire a contrastarle.

MARONI: LEGGE EQUA - Eppure, il governatore lombardo ha già respinto al mittente tutte le accuse di intolleranza che, dopo aver messo la sua firma su quella legge, gli sono piovute addosso dalle opposizioni. La nuova legge della Lombardia sugli edifici di culto, a suo avviso, «non limita la libertà di religione. Queste sono le balle della solita sinistra intollerante e cialtrona». Per Maroni «la nostra nuova legge ha invece introdotto una serie di regole urbanistiche più precise e dettagliate, per garantire uguaglianza di trattamento a tutte le religioni e (soprattutto) contrastare gli abusi edilizi».

OPPOSIZIONI: AMPI MARGINI DI INCOSTITUZIONALITÀ - Per il segretario del Pd lombardo Alessandro Alfieri, invece, «l'impugnativa era più che prevedibile» perché «legiferare in modo ideologico e populista non può che portare a questi risultati». Sulla stessa linea, il capogruppo di Patto Civico Lucia Castellano, che ha dichiarato di aver accolto la notizia «con grande soddisfazione".  «Questo atto - ha affermato - chiarisce ulteriormente gli evidenti profili di incostituzionalità di un testo che è stato pensato per impedire la realizzazione di moschee e che, nella miopia di Maroni e della sua maggioranza, per raggiungere l'obiettivo lede di fatto i diritti di tutte le confessioni violando il principio della libertà religiosa». Eppure, tra chi difende tale libertà religiosa e chi, invece, teme che un atteggiamento troppo tollerante possa favorire episodi di contagio fondamentalista, il dibattito è destinato a montare ancora a lungo.