Omicidi a Roma: sei arresti grazie a un killer pentito
Un killer professionista, incastrato dal Dna del sangue di una vittima trovato su un paio di suoi occhiali da sole, viene arrestato e collaborando con la giustizia permette di fare luce su tre omicidi e tre gambizzazioni avvenute a Roma e provincia nel 2013 e nel 2014.
ROMA - Un killer professionista, incastrato dal Dna del sangue di una vittima trovato su un paio di suoi occhiali da sole, viene arrestato e collaborando con la giustizia permette di fare luce su tre omicidi e tre gambizzazioni avvenute a Roma e provincia nel 2013 e nel 2014. Sei le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura capitolina, ed eseguite dai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo del Comando provinciale di Roma e dagli agenti della Squadra mobile della Questura. Quattro gli arrestati nella notte, ricercate altre due persone. Sono accusate, a vario titolo, di omicidio e lesioni con l'aggravante del metodo mafioso.
La vicenda inizia con l'arresto, il 15 luglio 2014, del pluripregiudicato 48enne Giancarlo Orsini, fermato dai carabinieri per l'omicidio di Roberto Musci, avvenuto la mattina del 23 gennaio 2014 nel complesso residenziale «Colle Monastero» in zona Casalotti a Roma, dove la vittima risiedeva agli arresti domiciliari. Orsini - in contatto con vari mondi criminali, con un passato da buttafuori in diversi locali, già sospettato per una serie di rapine, che poi ha effettivamente confessato - dopo l'arresto ha iniziato a collaborare con la giustizia, confessando di essere stato un killer di professione. Ha raccontato di essere stato contattato per una serie di regolamento di conti tra trafficanti di droga e di aver iniziato a uccidere dall'estate 2013: la sua "parcella" era 20-25.000 euro per un omicidio e 3-3.500 euro per una gambizzazione.
Davanti ai magistrati si è accusato, fra l'altro, di aver partecipato a tre omicidi e tre gambizzazioni, fornendo indicazioni su altre persone coinvolte che sono poi state oggetto dei riscontri della polizia giudiziaria. Oltre all'omicidio di Musci, si tratta della gambizzazione di Mirco Maccarinelli (colpito da due colpi d'arma da fuoco ai polpacci a Ardea-Marina di Tor San Lorenzo il 22 giugno 2013); della gambizzazione di Cinzia Pugliese (colpita da un colpo d'arma da fuoco al polpaccio il 24 luglio 2013 a Roma, nel centro estetico della vittima); dell'omicidio di Federico Di Meo (assassinato con cinque colpi di pistola alla testa e al torace il 24 settembre 2013 a Velletri); dell'omicidio di Sesto Corvini (assassinato con cinque colpi il 9 ottobre 2013 in zona Casalpalocco a Roma); della tentata rapina con gambizzazione di Giulio Morelli (ferito alle gambe con 5 colpi d'arma da fuoco il 2 dicembre 2013 a Roma).
Le forze dell'ordine sono arrivate a Orsini con l'arresto di Massimiliano Leoni, 46enne del Trullo, sorpreso a commettere una rapina in un supermercato con uno scooter Yamaha Xcity, che poi è risultato lo stesso usato da Orsini durante l'omicidio di Musci. Durante una perquisizione domiciliare a casa di Orsini i carabinieri gli hanno sequestrato vario materiale, tra cui numerosi occhiali da sole e delle armi che sono state sottoposti ad accertamenti tecnici nei laboratori del Ris dei carabinieri di Roma. Su una pistola Taurus calibro 9 e su un paio di occhiali da sole sono state trovate due tracce biologiche appartenenti a Roberto Musci: avendo sparato a distanza ravvicinata, Orsini si era evidentemente sporcato con il sangue della vittima.
L'epilogo nel corso della scorsa notte, quando carabinieri e polizia hanno arrestato 4 persone: Andrea Useli (pregiudicato di Torvaianica, mandante della gambizzazione di Maccarinelli per acquisire il predominio sul traffico di sostanze stupefacenti nella zona del litorale nord di Roma), Massimiliano Prosperi (47enne romano, mandante dell'omicidio di Corvini) e Massimiliano Leoni (già detenuto per altra causa, mandante dell'omicidio di Musci e accusato anche della tentata rapina a Morelli, degenerata nella sua gambizzazione) e Elvis Demce (arrestato dalla polizia: albanese 29enne, residente a Velletri, mandante dell'omicidio di Di Meo per rafforzare il suo predominio sulla piazza di spaccio di stupefacenti di Velletri: pagò Orsini 17mila euro).
Sono al momento irreperibili Carlo Gentile (accusato dell'omicidio di Corvini, aiutato da Orsini, e del concorso nell'omicidio di Di Meo, avendo a sua volta aiutato Orsini - al prezzo di 3mila euro avuti da Demce - fornendogli le indicazioni sulle abitudini di vita della vittima e il motociclo e l'arma utilizzate durante l'uccisione) e Massimiliano Alfano (alias Mazinga, 33 enne di Battipaglia ma da tempo stabilitosi a Roma, con precedenti di polizia, che consegnò a Orsini 3.500 euro per la gambizzazione di Pugliese). Sono state inoltre eseguite numerose perquisizioni a carico di altre persone collegate con gli indagati.
Quella che ha portato agli arresti «è stata un'attività molto importante e complessa», ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Roma Salvatore Luongo, ricordando che è «sempre più importante lavorare in stretta sinergia tra tutti noi». Luongo ha sottolineato che «l'indagine è stata svolta con tutti i crismi dell'attività investigativa, con una complessa e articolata azione che ha unito le indagini tradizionali a quelle tecniche e scientifiche».
«Uno dei problemi più visibili a Roma è l'eccessiva presenza di droga - ha spiegato il capo della squadra mobile Renato Cortese - e l'insorgenza di conflitti nella gestione delle 'piazze di spaccio' porta questi soggetti ad armarsi. Ormai con qualche migliaio di euro si uccide qualcuno e il 90% degli omicidi sono dovuti all'eccezionale diffusione di cocaina e all'enorme guadagno che c'è dietro».
Per il procuratore aggiunto Michele Prestipino, che ha coordinato le indagini, nell'inchiesta «si sono coniugate diverse professionalità e si è dimostrata ancora una volta la grande capacità delle forze di polizia di condividere le loro risorse e mettere insieme il loro impegno. La collaborazione di Orsini è un fatto importante e testimonia che l'inserimento anche decennale in certi mondi criminali non è neppure a Roma un fatto irreversibile. Chi vuole uscire da questi mondi per rifarsi un futuro lo può fare e troverà ascolto dall'altra parte da magistrati e forze dell'ordine».