28 agosto 2025
Aggiornato 04:30
Pel l'eurodeputato della Lega la strategia del leader è giusta

Buonanno: «Le contestazioni a Salvini nel Sud? Da finocchi e comunisti»

Lo sbarco di Matteo Salvini a Palermo è stato accolto da fischi e contestazioni. Secondo l'eurodeputato della Lega Gianluca Buonanno, era prevedibile che accadesse, visto che la Lega intende smantellare lo status quo che ha ridotto il Mezzogiorno «un Paese dell'Africa». Nel frattempo, Salvini fa mea culpa sui toni eccessivi storicamente usati contro il Sud, e si dice pronto a cambiare le cose

ROMA – Lo sbarco di Matteo Salvini in Sicilia non si può dire sia stato trionfale. Ad accompagnare il leader leghista nella sua incursione in terra merdionale, fischi, striscioni e anche lanci di uova e ortaggi. Fortunatamente, però, il Matteo targato Milano è riuscito a schivare tutti gli «attentati» alla sua rispettabilità, arrivando anche a fare «mea culpa» rispetto ai toni storicamente utilizzati dalla Lega nei confronti del Mezzogiorno e dei suoi abitanti: «Io – ha dichiarato infatti – a differenza di Renzi sbaglio e chiedo scusa». Nessuna marcia indietro, però, sui contenuti: lo sottolinea anche l’eurodeputato del Carroccio Gianluca Buonanno, che, senza giri di parole, spiega in questi termini le contestazioni che hanno accolto Salvini nel suo viaggio al Sud: «C’erano comunisti, finocchi, di tutto e di più, che evidentemente sono arrabbiati, perché dà fastidio che si presenti qualcuno al di fuori del loro giro, per di più in posti che fino a poco tempo fa erano irraggiungibili dal punto di vista elettorale».

BUONANNO: IL SUD COME IL BURUNDI. LEGA UNICA ALTERNATIVA - Secondo Buonanno, quindi, il nuovo progetto della Lega al Sud «va a pestare i piedi a chi invece ha ridotto il Meridione a un Paese dell’Africa»: e a questo devono ascriversi le contestazioni ricevute da Salvini a Palermo. Nonostante ciò, però, l’impresa di diffondere il verbo leghista anche nel Meridione, per l’eurodeputato, non è affatto senza speranza: «Io penso che un futuro ci sia, e i risultati elettorali arriveranno. In certe zone del Sud Italia arriva l’acqua tre giorni a settimana: siamo davvero nel Burundi. Alla fine, alla  gente non interesserà se siamo del Nord, del Sud, comunisti o leghisti, ma se siamo capaci di portare a casa dei risultati. Siccome fino ad ora i risultati non ci sono stati, uno è portato a provare anche quello che non ha mai provato», dichiara l’eurodeputato. E sull’evidente cambio di atteggiamento del partito rispetto al Sud e ai suoi abitanti, che storicamente hanno ricevuto, dalla Lega, appellativi, per così dire, poco generosi, Buonanno minimizza: «Non è che adesso il Sud è diventato il paradiso terrestre. Se i falsi invalidi li hanno loro, se il lavoro nero è doppio al Sud rispetto che al Nord, se non c’è nemmeno l’acqua potabile, ci sarà un motivo. Se malgrado le bellezze del territorio, con la possibilità di valorizzare l’agricoltura, non riescono a sfruttare queste risorse, un motivo ci sarà. Se il record di non pagamento delle multe ce l’hanno loro, se un’assicurazione al Sud costa il doppio o il triplo rispetto al Nord, ci sarà una ragione». E aggiunge: «Tutte queste cose fanno capire che c’è una mentalità al Sud che deve essere cambiata. Se l’emergenza rifiuti c’è stata al Sud, se hanno 4 o 5 volte il numero di dipendenti a parità di popolazione rispetto al Nord, vuol dire che sono più deficienti giù e noi siamo più intelligenti?», si chiede l'esponente del Carroccio. «No, evidentemente c’è quello che c’è sempre stato. Se uno guarda le spese della sanità al Sud rispetto che al Nord impallidisce. Eppure, chi ha mai sentito di qualcuno che dal Nord va al Sud a curarsi? Queste sono le porcate del Sud, che derivano da tante situazioni, da politici incapaci, da gente che li vota non si sa come. Quindi, se spunta qualcuno fuori da questo giro, magari qualcosa si può cambiare», conclude l’eurodeputato della Lega. Ma puntualizza: «Quello che pensavo male del Sud lo penso ancora, ma ritengo che la situazione possa essere cambiata. Anche perché se funziona meglio il Sud ci saranno più soldi per il Nord. Oggi, il sistema del Sud sembra più arabo che italiano».

SALVINI: HO SBAGLIATO NEI TONI, NON NEI CONTENUTI - D’altronde, che l’atteggiamento leghista nei confronti del Sud Italia sia radicalmente cambiato rispetto a qualche tempo fa, è fuor di dubbio. A tale obiezione di «incoerenza», il segretario del Carroccio aveva già risposto nella conferenza stampa di presentazione del movimento «Io sto con Salvini» tenutasi a Roma lo scorso dicembre, sottolineando come il suo partito non avesse mai attaccato i «cittadini» del meridione, ma solo le cattive pratiche amministrative, tanto lontane dalla «virtuosa» Lombardia. Anche in occasione dello sbarco siciliano, Salvini ha ribadito che l’obiettivo dei suoi attacchi al Sud Italia è sempre stata la «cattiva politica», specificando che, «se in Sicilia ci sono 20mila regionali, 6 volte più della Regione Lombardia, falsi invalidi, falsi braccianti agricoli, c'è un problema di gestione e anche di connivenza». Salvo, però, riconsiderare poi quei «toni sbagliati» che per anni hanno associato la Lega a uno slogan quale «Roma ladrona» e a un termine come «terroni», che di certo non suonano come complimenti. Salvini, dunque, ammette i suoi errori, e da lì vuole ripartire. Eppure, l’impresa di «leghistizzare» il Sud appare, dopo l’incursione a Palermo, più complicata del previsto. Forse, la memoria, ai siciliani, non ha ancora giocato brutti scherzi, e nelle loro orecchie, alla vista di Salvini, sono risuonati quegli appellativi «coloriti» con cui, fino a poco tempo fa, venivano dipinti da quelli che oggi dicono di avercela solo con le «cattive amministrazioni». Forse, i palermitani schierati a contestare il segretario federale della Lega avevano ancora impressa nella mente quella canzoncina diretta ai cugini campani che lo stesso Salvini, appena rieletto eurodeputato, intonò alla festa di Pontida nel 2009: «Senti che puzza / scappano anche i cani /stanno arrivando i napoletani».

LA LEGA HA FIDUCIA NEI MERIDIONALI - Oggi, tuttavia, la Lega, preoccupata più degli immigrati che dei meridionali, sembra pronta a ripartire al Sud con il piede giusto. Chiariti gli «errori» del passato, prese le distanze dai «toni sbagliati» di un tempo, il Matteo milanese non si lascia scoraggiare dall’iniziale diffidenza degli «ex terroni». Che, secondo il Carroccio, prostrati da un passato e da un presente di politiche inefficaci e spesso disoneste, sapranno perdonare gli eccessi padani e decideranno di affidarsi a un partito capace di cambiare le cose. D’altronde, si sa, la virtù per antonomasia dei meridionali – nonostante i falsi invalidi, le ruberie, le truffe, le multe non pagate e tutto il resto – è proprio quella di avere un cuore grande.