25 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Tentato omicidio nel '05

Nuova richiesta d'arresto per Biagio Cava

Per il tentato omicidio di Felice Graziano, avvenuto nel 2005. Il provvedimento cautelare è stato eseguito dagli agenti della quadra Mobile della Questura di Avellino, su mandato della Dda partenopea, anche nei confronti di Giuseppe Giugliano.

NAPOLI - Nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per il boss della camorra del Vallo di Lauro, Biagio Cava, per il tentato omicidio di Felice Graziano, avvenuto nel 2005. Il provvedimento cautelare è stato eseguito dagli agenti della quadra Mobile della Questura di Avellino, su mandato della Dda partenopea, anche nei confronti di Giuseppe Giugliano. I reati contestati ai due 58enni sono tentato omicidio, porto e detenzione illecita di armi, aggravati dal metodo mafioso. L'agguato nei confronti di Felice Graziano, all'epoca dei fatti capo dell'omonima associazione camorristica, poi diventato collaboratore di giustizia, avvenne a Quindici il 18 maggio 2005.

Il tentato omicidio si inserisce nel contesto della contrapposizione tra le due associazioni camorristiche Cava e Graziano. In particolare costituì la risposta del clan Cava alla cosiddetta "strage delle donne" avvenuta nel 2002 nella quale furono uccise, da parte di esponenti del clan Graziano, tre donne della famiglia Cava, tra cui una figlia e una sorella di Biagio Cava, mentre un'altra figlia rimase paraplegica a causa delle ferite riportate. L'organizzazione dell'agguato e le modalità - si legge in una nota del procuratore aggiunto di Napoli, Filippo Beatrice, furono stabilite da Biagio Cava, mandante del tentato omicidio mentre Giuseppe Giugliano, unitamente ad Aniello Acunzo ebbe il ruolo di esecutore materiale.

Per il tentato omicidio di Felice Graziano venne utilizzato un veicolo Fiat Fiorino di colore bianco rubato, sul cui tetto fu realizzato in modo artigianale un foro, poi coperto con una cassetta della frutta. L'agguato fu portato a termine presso l'abitazione della vittima, nel centro del paese, mentre l'uomo era affacciato al balcone. Uno degli autori dell'agguato, sporgendosi dal foro sul tetto del veicolo, sparò un colpo di arma da fuoco con un kalashnikov che non ferì gravemente la vittima, ma si conficcò sotto il balcone. Graziano reagì esplodendo alcuni colpi di pistola che colpirono il furgone nel lato posteriore, mentre si allontanava dal luogo dell'agguato. L'esatta ricostruzione di quanto avvenne è stata resa possibile anche grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e dall'attività investigativa della Squadra mobile della Questura di Avellino.