28 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Giustizia

Inchiesta SEA, la Procura: processate Gamberale

E' una delle indagini al centro dello scontro fra il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, e l'aggiunto Alfredo Robledo quella per cui è stato chiesto il processo per l'amministratore delegato di F2i, Vito Gamberale, accusato di turbativa d'asta in relazione alla vendita del 29,75 per cento della Sea - la società che gestisce gli scali aeroportuali di Linate e Malpensa -

MILANO - La Procura di Milano ha chiesto il processo per l'amministratore delegato di F2i, Vito Gamberale, accusato di turbativa d'asta nell'operazione che ha portato il Comune di Milano a cedere, nel dicembre 2011, il 29,75% della Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate.

Richiesta di rinvio a giudizio anche per Maia e Sahai
La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e riguarda altre due persone: Mauro Maia, manager del fondo strategico, e Behari Vinod Sahai, rappresentante di Srei, società indiana che aveva presentato un'offerta per l'acquisto del pacchetto azionario ma che alla fine non fu ammessa alla gara perché presentata in ritardo.
Il bando venne vinto dal fondo guidato da Gamberale che aveva presentato 'solo' un euro in più rispetto alla base d'asta fissata a 385 milioni. Il gruppo indiano venne invece escluso dal bando nonostante avesse messo sul piatto un rilancio di 40 milioni. L'inchiesta milanese è scattata dopo la trasmissione di un'intercettazione telefonica disposta dalla Procura di Firenze tra Gamberale e Maia. Il sospetto degli inquirenti è che quel bando venne in qualche modo pilotato da F2i che avrebbe promesso un pacchetto azionario di Sea (tra il 5% e il 7%) agli indiani se non avessero partecipato alla gara.

Rappresentante Srei: «F2i mi invitò a non partecipare a gara Sea»
F2i sollecitò gli indiani di Srei a non partecipare alla gara indetta dal Comune di Milano per la cessione del 29,75% di Sea, successivamente acquistato dal fondo di Vito Gamberale con un rilancio di appena un euro rispetto alla base d'asta di 385 milioni. Il particolare emerge dai verbali di interrogatorio contenuti nella richiesta di rinvio a giudizio che il procuratore aggiunto Alfredo Robledo, ha trasmesso oggi al gip nell'ambito dell'inchiesta Sea.
E' Behari Vinod Sahai, rappresentante di Srei (la società indiana non ammessa alla gara perché aveva presentato la sua offerta in ritardo rispetto alla chiusura del bando), sentito come testimone il 20 luglio 2012, a raccontare agli inquirenti i 'retroscena' di un faccia a faccia avuto con Mauro Maia, manager di F2i, il 12 dicembre 2011, a pochi giorni dalla chiusura del bando.

La conferma negli atti dell'inchiesta
Srei non hai mai messo sul piatto una vera offerta per rilevare il 29,85% di Sea dal Comune di Milano.
Il fondo indiano, escluso dal bando perché il suo rappresentante era arrivato in ritardo rispetto alla chiusura della gara, si era infatti limitato a presentare una manifestazione di interesse che non si sarebbe comunque potuta prendere in considerazione, a prescindere dalla tempistica dell'offerta. Il particolare emerge dagli atti di indagine sull'inchiesta Sea. A confermarlo sono anche qualificate fonti di Palazzo Marino.
E' il 16 dicembre 2011, giorno di chiusura della gara indetta dal Comune di Milano per la cessione del 29,85% della Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Linate a Malpensa. La busta contenente l'offerta di Srei arriva con 10 minuti di ritardo. E questo «lo dimostrano le telecamere», spiegano fonti di Palazzo Marino. Sorge una dura polemica: Srei assicura che all'interno della busta c'è un'offerta di gran lunga superiore rispetto a quella di F2i, che si aggiudica il pacchetto azionario di Sea con un rilancio di appena un euro in più rispetto ai 385 milioni della base d'asta.
Così, per fugare ogni dubbio, i funzionari di Palazzo Marino decidono di aprire comunque la busta contenente l'offerta di Srei. Cosa che avviene «pubblicamente» circa una settimana dopo la scadenza del bando Sea. «Dentro la busta - assicurano le stesse fonti - abbiamo trovato una semplice manifestazione di interesse senza i requisiti necessari per partecipare al bando. Mancavano ad esempio le fideiussioni bancarie e altri documenti».

F2i smentisce Srei: «Mai chiesto di non partecipare a gara Sea»
F2i non ha mai chiesto agli indiani di Srei di non partecipare alla gara indetta dal Comune di Milano per la cessione del 29,75% di Sea, pacchetto azionario successivamente acquistato dal fondo di Vito Gamberale con un rilancio di appena un euro rispetto alla base d'asta di 385 milioni. Lo assicura Mauro Maia, manager di F2i, accusato insieme a Gamberale di turbativa d'asta.
Un'affermazione che smentisce la versione di Behari Vinod Sahai, rappresentante legale della la società indiana non ammessa alla gara per aver presentato la sua offerta in ritardo rispetto alla chiusura del bando.
In un interrogatorio del 19 giugno scorso, contenuto nella richiesta di rinvio a giudizio presentata oggi dal gip dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, Maia fa mettere a verbale: «Voglio ribadire di non aver mai chiesto al signor Vinod Sahai di non partecipare alla gara. Mi sono limitato a verificare se vi fossero condizioni per fare un'offerta comune, ma ho potuto constatare che tali condizioni non vi erano, perché Sahai avanzava richieste da parte nostra non accettabili».