Cuperlo a Letta: «Superare la Bossi-Fini»
Il Presidente dei Democratici: «I Cie vanno chiusi e sul punto è importante che tu assuma da subito un impegno vincolante a nome del governo. Contestualmente bisogna attivare ogni procedura e risposta necessaria per evitare che, in coincidenza con la fine anno, la tensione e il malessere all'interno di tali strutture possano ulteriormente degenerare»
ROMA - Il presidente dell'assemblea nazionale del Partito democratico (Pd), Gianni Cuperlo, ha scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio Enrico Letta incentrata sul tema dell'immigrazione. «Caro Enrico, mi rivolgo a te dopo avere visitato nella mattinata di ieri il Centro identificazione e ed espulsione (Cie) di Ponte Galeria a Roma dove quindici immigrati, tunisini e marocchini, sono da tre giorni in sciopero della fame e si sono cuciti le labbra in segno di protesta per la durata e le condizioni della loro detenzione. Come sai in queste stesse ore il nostro giovane collega Khalid Chaouki si è auto-recluso nel Cie di Lampedusa e non intende recedere dalla sua protesta fintanto che il governo non assumerà la decisione operativa di trasferire le donne e gli uomini trattenuti da mesi nel Centro presso le strutture dei Cara attrezzati all'ospitalità dei richiedenti asilo».
I CIE VANNO CHIUSI - «Conosco l'attenzione che tu in prima persona, la ministra Kyenge e il vice-ministro Bubbico state dedicando all'emergenza drammatica dei Centri di identificazione,- ha proseguito Cuperlo - ma la condizione disumana della permanenza in queste strutture impone di accelerare i tempi per una soluzione definitiva del problema. La previsione di 18 mesi di sostanziale 'reclusione' per cittadini che quasi sempre non conoscono le ragioni della loro condizione di detenuti, la inattività forzosa alla quale sono costretti, i requisiti igienico-sanitari del tutto inadeguati configurano una grave violazione della dignità di centinaia di persone e ciò rappresenta una macchia sulla reputazione e sulla credibilità dell'Italia nonostante il lavoro quasi sempre generoso e al limite del sacrificio di tante operatrici e operatori impegnati 24 ore su 24 ad alleviare la sofferenza degli immigrati. E' necessario procedere al superamento della legge Bossi-Fini a fronte del fallimento evidente degli stessi presupposti che ne avevano ispirato le norme. I Cie vanno chiusi e sul punto è importante che tu assuma da subito un impegno vincolante a nome del governo. Contestualmente bisogna attivare ogni procedura e risposta necessaria per evitare che, in coincidenza con la fine anno, la tensione e il malessere all'interno di tali strutture possano ulteriormente degenerare. Spero e mi auguro che nelle prossime ore possano giungere da te parole chiare e definitive su una pagina dolorosa e vergognosa che l'Italia e la sua cultura civile non meritano. Grazie per quanto farai».
ZAMPA (PD) TUTTI CON CHAOUKI - Sandra Zampa (Pd), ha scritto in una nota: «La battaglia che il collega Chaouki sta combattendo al Centro prima accoglienza (Cpa) di Lampedusa è sacrosanta. Siamo tutti con lui, e sono certa di interpretare il pensiero delle democratiche e dei democratici quando lo affermo. Non per caso Matteo Renzi ha visitato quel luogo di sofferenza pochi giorni dopo avere assunto la guida del Pd».
ABOLIRE BOSSI-FINI - «Non c'è distanza tra l'impegno di testimonianza e di condivisione - ha aggiunto la Democratica - e il necessario lavoro parlamentare per cambiare il sistema grottescamente definito dell'accoglienza degli immigrati.
Nei giorni scorsi, il 9 dicembre, la Camera ha approvato una importante mozione proprio per sollecitare il governo a fare la sua parte: tutto il sistema va ripensato drasticamente perché così com'è ora è semplicemente punitivo e totalmente inefficace dal punto di vista delle politiche per l'immigrazione. Molti sono i problemi che da troppo tempo esigono soluzione: dai Cpa ai Cie, dai minori stranieri ai profughi e rifugiati. Il Pd denuncia da anni l'insopportabile violazione dei diritti che la Bossi-Fini porta con sé. Dalla sua abolizione bisogna partire ma intanto il governo agisca subito per assicurare l'accoglienza e il rispetto delle persone immigrate secondo quanto indicato nel testo della mozione approvata a larga maggioranza dall'aula della Camera. Questo è quanto chiediamo al ministro Alfano».
SEL, INTERVENIRE SU CENTRI TORTURA - Marco Furfaro, responsabile nazionale Immigrazione di Sinistra, ecologia e libertà (Sel) ha dichiarato: «Il premier Enrico Letta ha promesso che il governo 'rivedrà il meccanismo dei Cie e la Legge Bossi-Fini'. L'ennesima promessa di un governo che galleggia e rimanda i problemi del Paese. Mentre il governo passerà le vacanze a mangiare comodamente il panettone, nei Cie i migranti vivono condizioni disumane: nel Cie di Ponte Galeria in 14 si sono cuciti la bocca e in 60 sono in sciopero della fame, a Lampedusa vi sono migranti trattenuti in condizioni disumane e persino illegali. Ci sono persone sopravvissute alla tragedia del 3 ottobre scorso quando per legge i migranti devono rimanere non oltre le 96 ore. Bisogna intervenire immediatamente e chiudere questi centri di tortura, illegali e disumani».
CIE SONO CAMPI DI CONCENTRAMENTO - «Quello che sta avvenendo in questi giorni nei Cie - ha proseguito l'esponente di Sel - non è un caso, ma la quotidianità di anni, di cui il governo conosce da tempo le storture, le violenze, le vessazioni sui migranti. Ci sono state visite, denunce, dichiarazioni, rapporti delle organizzazioni umanitarie di tutto il mondo e pure stragi come quella del 3 ottobre scorso: il governo non ha saputo fare altro che produrre lacrime gonfie di ipocrisia sull'immigrazione. Ci si indigna di giorno e di notte si tollerano norme repressive e violenze. Chiediamo al governo di chiudere immediatamente i centri e di non macchiarsi di una complicità di violenze: sono campi di concentramento, continuare a tollerarli significa esserne responsabili. Al ministro Alfano chiediamo infine che blocchi il rimpatrio di coloro che hanno protestato in questi giorni a Ponte Galeria, cucendosi la bocca. Lo chiediamo, senza farci tante illusioni: conosciamo il campione dei diritti umani che siede al Viminale, lo ricordiamo bene per il caso della signora Shalabayeva e della sua bambina».
CARFAGNA (FI), FARE DISCUSSIONE NON IDEOLOGICA - La portavoce del gruppo Forza Italia (Fi) alla Camera dei deputati Mara Carfagna ha detto sul punto: «Non si commetta l'errore di passare dall'emergenza alla farsa. Abolire il reato di clandestinità o la Bossi-Fini, senza avere ben chiaro in mente come riformare le politiche sull'immigrazione, sarebbe pura follia. Il Parlamento avvii una discussione, franca e non ideologica, sulla questione coinvolgendo tutte le forze politiche e le diverse sensibilità».
«E' indubbio, ormai, che l'attuale legislazione - ha continuato - si è rivelata inadatta, innanzitutto per le farraginose e inconcludenti procedure, ma è altrettanto evidente che abolirla, tanto per abolirla, sarebbe percepito come un 'via libera', indegno di un Paese serio che attua politiche responsabili. Sì alla solidarietà e all'accoglienza. No al vittimismo e alla demagogia».
GASPARRI (FI), NO A DERIVE PERICOLOSE - Più critico Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato: «Sull'immigrazione sarebbe pericolosa una legislazione condizionata da spinte demagogiche. La questione va trattata a livello europeo. E l'Italia è in credito, da troppo tempo esposta a rischi anche a causa dell'egoismo di troppe nazioni dell'Unione europea. Scelte sulla cittadinanza automatica o attenuazione delle norme di sicurezza esporrebbero l'Italia a maggiori rischi e favorirebbero la criminale attività dei trafficanti colpevoli di orribili tragedie. Se il Pd vuole dettare la linea, chi non è al servizio della sinistra si schieri con noi nel contrasto a una pericolosa deriva».