19 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Senato

Vigilia rovente per il voto di decadenza di Berlusconi

RP | RP | Fi, Lega e Gal contro il presidente del Senato Grasso, che ha respinto lo slittamento dei lavori come richiesto dal centrodestra. L'Aula si pronuncerà il 27 novembre alle 19

ROMA – Vigilia rovente per il voto di decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, dopo la condanna definitiva per frode fiscale nel processo Mediaset. Il presidente del Senato, Pietro Grasso è stato duramente contestato dagli esponenti del centrodestra, che hanno chiesto tempi più lunghi per licenziare la legge di stabilità e di conseguenza uno slittamento del voto sull'ineleggibilità del Cavaliere. Grasso è stato irremovibile e il voto in Aula è previsto il 27 novembre per le 19 come da programma.

VOTO ALLE 19 - «Nella giornata di domani - ha detto Grasso - che prevede una seduta unica con sospensione fra le 14 e le 15 verrà esaminata la relazione della Giunta delle elezioni e dell'immunità parlamentare sull'elezione contestata nella regione Molise. Ove presentati ordini del giorno in difformità dalla conclusione della Giunta, come da prassi, le dichiarazioni di voto saranno riferite al complesso degli strumenti presentati. E stato stabilito che gli ordini del giorno posti ai voti alle ore 19 conseguentemente la presidenza è autorizzata ad armonizzare i tempi del dibattito».

FI, TUTTO IRRITUALE - I lavori in commissione sono stati chiusi «in modo irrituale, la fiducia è stata posta in modo irrituale, per noi è essenziale chiedere un raddoppio dei tempi previsti», è insorta la senatrice di Forza Italia (Fi), Annamaria Bernini. Qualcuno ha gridato «vergogna», e Grasso ha replicato citando l'articolo 129 del regolamento: «Il contingentamento dei tempi è stato fissato dalla conferenza dei capigruppo e i tempi sono proporzionali alla composizione dei gruppi. La conferenza dei capigruppo ha già deciso e non è materia di Aula».

LEGA, PRESA IN GIRO - Con Fi anche la Lega Nord: «E' una presa in giro dirci che 19 minuti sono i nostri tempi per discutere della legge di stabilità», ha protestato il senatore Raffaele Volpi del Carroccio.
«Presidente, non c'è ancora il testo e mi dà il termine alle 10,30 per gli emendamenti?!», ha aggiunto Giacomo Caliendo mentre per Mario Ferrara di Gal si è davanti a «un dibattito surreale».