19 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Rimborsopoli

Emilia Romagna, il capogruppo del PD Marco Monari si è dimesso

Il Democratico ha spiegato: «Troppe dichiarazioni disinformate mi convincono che il mio senso di responsabilità viene male inteso e, persino, interpretato come un mio tentativo di nascondere a riparo di un ruolo pubblico mie responsabilità personali che rivendico insussistenti»

BOLOGNA -Il capogruppo del Partito democratico in Regione Emilia-Romagna, Marco Monari, si è dimesso. La decisione è stata presa, ha spiegato Monari a causa delle pressioni ricevute dopo essere stato indagato, assieme a tutti i capigruppo emiliani, nell'inchiesta sulle spese pazze in Regione.

Secondo il capogruppo del Pd: «Molte, troppe, dichiarazioni disinformate quanto contraddittorie su indiscrezioni incontrollate e incontrollabili, mi convincono che il mio senso di responsabilità, innanzitutto nei confronti del partito, viene male inteso e, persino, interpretato come un mio tentativo di nascondere a riparo di un ruolo pubblico mie responsabilità personali che rivendico insussistenti». Il democratico continuerà comunque a sedere in assemblea regionale.

Per il segretario regionale del Pd, Stefano Bonaccini, le dimissioni da Modena, sono «un gesto apprezzabile che dimostra anche che quando l'altro giorno aveva dato la sua disponibilità diceva una cosa seria. Adesso - ha aggiunto - mi auguro che Marco possa tranquillamente, nelle condizioni date, riuscire a dimostrare l'estraneità a qualsiasi eventuale addebito».

Monari, assieme ad altri consiglieri, è indagato per presunti pagamenti effettuati con soldi pubblici per pranzi e trasferte di carattere personale, e ritenuto responsabile per aver consentito ad altri consiglieri del suo gruppo, spese estranee all'attività politica e istituzionale. «Ogni mia azione dal momento in cui ho assunto la guida del gruppo regionale del Pd - ha spiegato Monari in una nota - è stata ispirata all'assorbimento di tale pesante responsabilità. Questa è la motivazione che mi ha impedito di imboccare la via facile delle dimissioni di fronte a quel processo mediatico che già ho dovuto denunciare».