20 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Dossieraggio illegale

Tronchetti Provera querela Beppe Grillo

L'avvocato del numero 1 di Pirelli: «Abbiano dimostrato che in Telecom Italia non sono mai state compiute intercettazioni. Il comico genovese racconta ancora il contrario perfino nelle aule del Senato. Ha ragione quando dice che bisogna avere paura delle 'realtà che vengono cucite addosso', soprattutto se fondate su calunnie reiterate negli anni»

MILANO - Marco Tronchetti Provera ha deciso di querelare Beppe Grillo.

TRONCHETTI ESTRANEO A INTERCETTAZIONI TELECOM - L'avvocato del numero uno di Pirelli, Marco De Luca, ha spiegato di aver ricevuto il mandato di tutelare «l'onorabilità del mio cliente e agire giudizialmente nei confronti di Beppe Grillo».
A Tronchetti non sono piaciute le dichiarazioni del leader del Movimento 5 stelle fatte in Senato: «Nonostante anni di indagini da parte dei magistrati - ha sottolineato il legale - abbiano dimostrato che in Telecom Italia non sono mai state compiute intercettazioni, Beppe Grillo racconta ancora il contrario perfino nelle aule del Senato. Basta ricordare quanto affermato al Copaco da Guido Rossi nell'ottobre 2006: 'Telecom Italia non ha effettuato e non effettua intercettazioni né legittimamente né tantomeno illegittimamente'. E successivamente quanto scritto nell'agosto del 2008 da pm Fabio Napoleone: '... la notizia dell'esistenza di una centrale interna a Telecom Italia dedita a intercettare illegalmente numerosissime persone particolarmente impegnate nei settori politici, finanziari e sociali, pur non sorretta da accertamenti giudiziari, risulta essere stata diffusa dai media in modo così capillare e reiterato da generare in tutta l'opinione pubblica il convincimento della sua veridicità al punto da coinvolgere in simile suggestione collettiva anche molti settori delle istituzioni che per notevole lasso di tempo hanno confuso in atti ufficiali la raccolta illegale di dossier con l'attività di intercettazione illecita'».

NESSUNA CONDANNA PER DOSSIERAGGIO - Inoltre l'avvocato di Tronchetti ha ricordato che il suo cliente non ha ricevuto nessuna condanna a riguardo: «Per la raccolta illegale di dossier (da parte del tiger team di Telecom, ndr) si ricorda che il procedimento si è concluso con la sentenza di condanna degli imputati, senza coinvolgere in alcun modo il dottor Tronchetti, che è pertanto estraneo a tale vicenda. L'unico procedimento che ha visto il dottor Tronchetti condannato in primo grado è quello relativo alla ricettazione di un cd nell'ambito della cosiddetta 'vicenda Kroll', che nulla ha a che vedere con il dossieraggio illegale».

IL CASO KROLL - Sulla 'vicenda Kroll', «le motivazioni depositate dal giudice confermano che non esiste nessuna prova in merito alla consapevolezza di Marco Tronchetti Provera circa l'origine illecita del materiale acquisito dagli uomini di Tavaroli (il tiger team, ndr), se non la ricostruzione di Tavaroli stesso. La 'logicità' della prova alla quale il giudice deve ricorrere in assenza di evidenze fattuali sta quindi esclusivamente nella ricostruzione effettuata da chi la stessa Procura ha definito inattendibile», ha commentato l'avvocato del dirigente Pirelli.

LA CONDANNA DI TRONCHETTI - Il cd pervenuto nella sede Pirelli comprovante «lo spionaggio eseguito dall'agenzia Kroll ai danni di Telecom Italia, fu immediatamente inviato all'autorità giudiziaria. Tale comportamento non fu in danno di Telecom, ma evidentemente volto a tutelare l'azienda. La Kroll aveva posto in essere azioni contro Telecom già prima dell'ingresso indiretto di Pirelli nella compagine azionaria e, successivamente, anche contro il dottor Tronchetti e la sua famiglia. Contro la sentenza di condanna in primo grado, Marco Tronchetti Provera ha annunciato ricorso in appello, fiducioso che la verità verrà ristabilita», ha detto De Luca.
Il legale di Tronchetti ha concluso con una battuta: «Ha ragione Beppe Grillo quando dice che bisogna avere paura delle 'realtà che vengono cucite addosso', soprattutto se fondate su calunnie reiterate negli anni».