18 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Previdenza

Giovannini: «Diamo acconto su pensione a chi perde il lavoro»

Il Ministro del Lavoro ha lanciato la sua proposta per venire incontro a chi si trova senza un impiego: anticipare una parte di contributi già versati. Per le risorse: «Agire su contribuenti 'd'oro' e 'd'argento'». La Uil «Ci convochi, non faccia solo annunci»

MILANO - Dare un acconto sulla pensione a chi perde il lavoro. E' la proposta del ministro del Lavoro Enrico Giovannini, presentata in una intervista al Sole 24 ore. Il ministro però ha frenato sull'ipotesi di un prelievo straordinario sulle pensioni «d'oro» a meno che non sia allargata la platea fino a comprendere quelle definite «d'argento».
L'idea di Giovannini per venire incontro a chi perde il lavoro a due o tre anni prima della pensione è erogare un anticipo sulla pensione che percepiranno e che poi dovranno restituire a rate, una sorta di prestito.

PENSIONI D'ORO E D'ARGENTO - Quanto all'ipotesi di reperire risorse con un prelievo dalle pensione dei più abbienti, il ministro ha spiegato: «Ci dicono che le persone con pensioni molto elevate, dell'ordine dei 20mila o 50mila euro, sono solo qualche centinaio. Ho auspicato un intervento sulle pensioni d'oro in Parlamento al primo question time da ministro e lo ribadisco. Come questo intervento possa essere fatto in modo inattaccabile sul piano legislativo, le dimensioni e l'uso dei fondi liberati a favore dei redditi più bassi: questo è quello su cui stiamo lavorando».
Ma, ha proseguito Giovannini, «se immaginiamo che 'd'oro' voglia dire pensioni oltre 20 o 50mila euro, un intervento non genererebbe un riequilibrio di grandi dimensioni. Se invece si intervenisse anche sulle cosiddette 'pensioni d'argento' è chiaro che il discorso potrebbe cambiare. Il punto vero è che non abbiamo una definizione di pensioni d'oro o di pensioni d'argento».

SACCONI (PDL), SI RIUNISCA MAGGIORANZA AL PIÙ PRESTO - Il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, (Pdl) ha bacchettato il ministro Giovannini: «La materia previdenziale è particolarmente sensibile perché investe contemporaneamente le attese di vita, anche immediate, delle persone e i fondamentali equilibri di finanza pubblica di breve, medio e lungo periodo. Come tale essa non si presta ad annunci e tantomeno a giochi del cerino tra governo e parlamento. Consiglio quindi il ministro Giovannini di riunire quanto prima la maggioranza sulla base di una istruttoria relativa a tutti i nodi aperti in conseguenza degli interventi prodotti nella trascorsa legislatura».
Sacconi ha aggiunto che in particolare «merita una proposta organica da parte del Governo (con le relative previsioni di oneri) l'ipotesi di un regime transitorio equo per tutti i lavoratori già anziani all'atto della approvazione della legge Fornero in modo che lo stesso fenomeno degli esodati trovi risposte adeguate senza produrre disparità nella stessa generazione di persone. Quanto al concreto pericolo di una crescita senza lavoro, il ministro sa bene che la legge Fornero ha già prodotto una riduzione del coefficiente occupazionale della produzione di beni e servizi per cui il nodo rimane quello di una adeguata semplificazione della regolazione dei rapporti di lavoro. Occasione perduta con il timido provvedimento recentemente convertito in legge».

UIL, MINISTRO NON FACCIA SOLO ANNUNCI - Inviti a un dialogo fra tutte le parti anche dal segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. La Uil ha chiesto a Giovannini di non fare l'errore di «procedere per annunci sul tema della previdenza. Il ministro apra al più presto un tavolo di confronto con le parti sociali per affrontare in particolare quattro temi: il completamento della salvaguardia di tutti gli esodati; il ripristino della rivalutazione delle pensioni rispetto all'inflazione; l'introduzione di una maggiore flessibilità in uscita su base volontaria e non penalizzante; la riforma della governance dell'Inps».
Questi, ha concluso il sindacalista, «sono i veri problemi da risolvere per correggere alcuni degli errori più dannosi provocati dai provvedimenti Monti-Fornero».