IMU, si cercano ancora le risorse. Si va verso una «service tax»
L'accordo dovrebbe girare intorno ad una più ampia definizione di «immobili di pregio»: mai esentati dal pagamento, neanche dal governo Berlusconi, dovrebbero ora essere individuati nuovi parametri per allargare il perimetro, comprendendo un numero maggiore di abitazioni
ROMA - Il Consiglio dei Ministri non è ancora stato convocato ufficialmente, ma tutti danno per scontato che nel pomeriggio di domani arriverà la riunione per varare il decreto che «supera» l'Imu. Lo confermano fonti di governo, lo dice il presidente dell'Anci Piero Fassino dopo aver incontrato i ministri competenti. L'accordo dovrebbe girare intorno ad una più ampia definizione di «immobili di pregio»: mai esentati dal pagamento, neanche dal governo Berlusconi, dovrebbero ora essere individuati nuovi parametri per allargare il perimetro, comprendendo un numero maggiore di abitazioni. Soluzione che soddisferebbe il Pdl, ma che verrebbe incontro anche alle richieste del Pd. E soprattutto darebbe una mano a sciogliere il vero problema, quello delle risorse. E' il sindaco di Roma Ignazio Marino a spiegare infatti che per ora il governo ha reperito 2,6 miliardi, sufficienti per la prima rata, non per la seconda.
NUOVA SERVICE TAX - Ma del resto, da qui alla seconda rata (dicembre) c'è ancora tempo, e nel frattempo partirebbe il lavoro nella Legge di Stabilità per definire la nuova Service Tax, ovvero l'imposta che presumibilmente già dal 2014 terrà insieme le tasse sulle case e la tariffa dei rifiuti. Un altro segnale nella direzione di una soluzione 'ponte' verso la riforma arriva sempre dalle parole di Fassino: il governo domani farà anche slittare il termine del 30 settembre per la definizione dei bilanci comunali.
Ma il lavoro sulle coperture proseguirà per tutta la notte: la riunione tra Letta, Alfano, Saccomanni, Franceschini, Lupi e Brunetta è in corso già da circa due ore, mentre altri incontri sono previsti per domani mattina, mentre il Cdm è previsto solo per il pomeriggio. E in ogni caso, l'idea del governo sarebbe quella di lasciare anche qualche margine al dibattito parlamentare, per limare gli ultimi angoli.
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